Un «Lago dei cigni» fetish tra squillo, droga e sesso

Un «Lago dei cigni» fetish tra squillo, droga e sesso

Un classico è qualcosa che resiste al logorio del tempo. Talvolta, però, è anche qualcosa che sa flirtare col tempo che passa. Un esempio riuscito di questo secondo caso è senza dubbio «Swan Lake Reloaded», versione imprevedibile del «Lago dei Cigni» di chaikovskiana memoria, «ricaricato» - come cita il titolo in inglese – con le munizioni della modernità. Nell'anima musicale, quest'opera diventata fenomeno di grande successo internazionale (sin dal debutto a Stoccolma nel 2011) è un inno alla contaminazione senza sensi di colpa: sul suo spartito si danno infatti appuntamento musica classica, rock, hip-hop. Dal punto di vista visuale, è un mix tra danza classica e moderna, design ed estetica fetish. Ma se qualcuno è tentato di pensare a un mero grande pasticcio, bastino le cifre: i sold out a raffica nei principali teatri d'Europa (dal Coliseum di Londra al Casino de Paris a Parigi, fino all'Admiralspalast di Berlino) e i consensi di critica.
Che poi la scintilla fetish ci sia, lo ammette anche il suo autore, il coreografo svedese Fredrik Rydman (co-fondatore della compagnia svedese di danza Bounce nonché direttore creativo della versione svedese del talent «X Factor»): «L'idea mi venne un giorno ai mercatini di Camden, a Londra: ho visto alcune gonne di pelle nera con nappe intrecciate, e ho pensato: e se i cigni del «Lago» di Chaikowskij fossero prostitute tossicodipendenti agli ordini di un cinico protettore che, con la droga, le tiene asservite? Mi sono fiondato su Google per vedere se qualcuno avesse già pensato a questa interpretazione contemporanea e, con mia grande sorpresa, ho scoperto che l'intuizione era solo mia».
Da quel momento ha cominciato a vivere lo spettacolo che finalmente raggiunge la piazza milanese, in cartellone da oggi al 23 marzo al Teatro degli Arcimboldi (ore 21, domenica ore 16, ingresso 60-25 euro più prevendita, info 02.64.11.42.212/214).
«Le musiche di Swan Lake – spiega Rydman – sono composte da estratti originali dell'opera di Chaikowskij, frammenti classici riveduti in chiave moderna, con innesti elettronici e di tecnica “scratch”, quella usata dai deejay in discoteca, e infine brani originali pop e rock. Così come la commistione tra stili di danza vedrà la street dance insieme ai passi di danza classica. Per 20 anni ho fatto il ballerino con Bounce, poi, giunto sulla quarantina ho pensato di voler fare qualcosa di totalmente mio». Questo coraggioso adattamento del classico di Chaikowskij, spiega Rydman, ha una qualità particolare: «Per chi non è addentro alla danza classica, risulta difficile capire perfettamente la vicenda narrata. In questo contesto moderno ritengo invece che la storia emerga più chiaramente».

Le scenografie firmate da Rydman insieme a Lehna Edwall (che è anche pittrice e scultrice formatasi al Royal Institute of Arts di Londra) «sono - conclude il coreografo svedese - semplici e poco elaborate, combinate a graffiti urbani e all'uso di proiezioni digitali», mentre «i costumi inseguono l'espressività del fumetto, con i suoi colori netti, che non hanno alcuna intenzione naturalistica. Volevo evitare la grigia ambientazione metropolitana».

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