L'appello del sindaco alla responsabilità: "Milano è malata, coprifuoco necessario"

Sala: "Il quadro sanitario è allarmante". Ieri oltre 2mila casi in Regione e 515 in città. Pregliasco (Cts): "Bisogna dare una stretta". La Prefettura pianifica i controlli da domani

L'appello del sindaco alla responsabilità: "Milano è malata, coprifuoco necessario"

Ribadisce l'ineluttabilità della decisione presa, di concerto con i suoi colleghi, Beppe Sala che ieri nel suo video messaggio ha fatto appello al senso di responsabilità di tutti e alla necessità per la politica di essere pragmatica alla luce di un quadro sanitario decisamente allarmante. «La situazione è critica, a Milano più che in altre province - ha spiegato - ed è il momento di affrontare le questioni con grande pragmatismo». Il bollettino sanitario della Regione parla da solo: ieri si sono registrati 2.023 nuovi casi, mentre sono aumentati di una decina i ricoveri in terapia intensiva che salgono a quota 123, quindi a un passo dall'attivazione del secondo step che prevede con 150 ricoveri l'apertura «dell'ospedale in Fiera» spiegava l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera solo sei giorni fa. Gallera ha sottolineato poi che «l'attenzione è alta, ma il sistema è rodato e sta rispondendo. Ma servono anche misure per rallentare il contagio». Aumentano anche i ricoverati non in terapia intensiva, con nuove 132 pazienti che portano a 1.268 i posti letto occupati negli altri reparti ospedalieri lombardi. Triplicati i decessi, che passano dai sei di lunedì ai 19 di ieri. Per quanto riguarda la nostra provincia si contano 1.054 nuovi positivi, di cui 515 solo in città.

Una decisione difficile, dunque, ma supportata dal parere di virologi, e del Comitato tecnico scientifico che, a fronte del quadro drammatico presentato al vertice di lunedì in Regione - secondo cui al 31 ottobre potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva e fino a 4mila in terapia non intensiva - aveva per la verità prospettato chiusure e divieti molto più rigidi di quelli stabiliti. Tanto che ieri Fabrizio Pregliasco, virologo e membro del Cts regionale intervistato da Radio Popolare ha detto di credere che addirittura «il coprifuoco «non sia del tutto sufficiente per Milano». Aggiungendo che «per densità di popolazione, interscambi lavorativi, i contatti legati alla tipologia abitativa di Milano, sicuramente è un malato più grave». Pregliasco ha spiegato che si attenderanno gli effetti di questa ordinanza «ma siamo pronti velocemente a immaginare ulteriori provvedimenti». Tra gli aspetti più complessi della vita quotidiana da «combattere», come prevede anche il dpcm, la movida tanto che il premier Giuseppe Conte aveva chiesto ai sindaci di indicare vie e piazze fonte di assembramento, da segnalare in Prefettura. Impossibile e anche inutile, per i primi cittadini soprattutto delle metropoli una soluzione del genere perché assomiglierebbe di più a un guardie e ladri con la movida. Se vengono indicati i luoghi degli assembramenti, è evidente che i ragazzi si ritrovano da un'altra parte. Ecco allora la decisione, tra le altre, di impedire qualsiasi tipo di spostamento sul territorio regionale, in modo da aggirare il problema. Il Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal prefetto Renato Saccone ha definito linee operative per i controlli sull'attuazione delle norme disposte dagli ultimi dpcm e della prossima ordinanza che sarà adottata dal ministro della Salute d'intesa con il Presidente della Regione Lombardia.

«A Milano la situazione appare certamente più critica ed è il momento di affrontare le questioni con grande pragmatismo. In Comune porteremo rapidamente lo smart working per i dipendenti al 50 per cento e se servirà anche di più.

Qui non c'è nessuna ideologia: quando prima delle vacanze ho fatto quel richiamo al ritorniamo in ufficio, l'ho fatto perché vedevo una finestra aperta dal punto di vista sanitario, tant'è vero che ci siamo fatte le vacanze e ci siamo goduti quei momenti. Ora è diverso e quindi bisogna agire di conseguenza».

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