Non si fa niente per niente, è la lezione che la giunta Sala dovrebbe incassare dai centri sociali, «osannati» durante la pandemia perchè hanno fondato in fretta e furia le «Brigate volontarie» per supportare Emergency e Comune nella distribuzione dei pasti a domicilio. I giovani no global nei mesi dell'emergenza distribuivano anche volantini davanti ai supermercati sul «servizio sociale» svolto per conto dell'amministrazione, chiedendo piccole donazioni. Più volte esponenti del centrodestra, da Matteo Forte di Milano Popolare a Fabrizio De Pasquale e Alessandro De Chirico di Forza Italia, hanno sollecitato sindaco e assessori a farsi supportare dalle tante associazioni di volontariato presenti sul territorio piuttosto che accreditare sigle che occupano illegalmente spazi pubblici e privati da anni. Chissà se varrà per il futuro la reazione dei movimenti no global allo sgombero due giorni fa dello spazio ex Mondadori appena occupato in via Trentecoste: «Ricordiamo - hanno protestato - che gli occupanti del Lock, durante la pandemia, avevano dato un importante contributo solidale con la Brigata Scighera, ma la gratitudine, si sa, in questa metropoli, non ha cittadinanza». Si aspettavano evidentemente tappeto rosso e chiavi in mano per occupare impunemente palazzi.
E sta provando ad ottenere una regolarizzazione (mascherata) attraverso il bando di rigenerazione degli spazi urbani lanciato dal Comune mesi fa il collettivo Macao, che da otto anni gestisce come un locale - salvo scontrini - la palazzine liberty di viale Molise, di proprietà dell'amministrazione. Ieri davanti a Macao si sono radunati i militanti leghisti per protestare e chiedere lo sgombero, in testa il commissario cittadino e assessore regionale Stefano Bolognini e l'eurodeputata e consigliera comunale Silvia Sardone. Il centro sociale li ha accolti al grido di «assassini, buffoni». «É assurdo - commento Bolognini - che a Milano cento persone si organizzino per difendere l'illegalità. E è folle che da otto anni un gioiello come questa palazzina liberty sia in mano a delinquenti, quando potrebbe essere usato per i cittadini del quartiere. Si chiede di ridare la legalità a un quartiere e in cambio si riceve degli assassini. Questo spazio va sgomberato». Il collettivo davanti all'edificio occupato usa il solito refrain: «Noi lavoriamo con il quartiere e nel quartiere, ad esempio con la brigata che dà sostegno alimentare a più di 150 famiglie». Sardone ricorda che il sindaco ha sostenuto che spazi come Macao hanno un compito sociale e culturale: «Mi domando quale sia - ribatte -. Lo spaccio e l'illegalità? Vendere pizze al forno e somministrare alcolici senza nemmeno l'ombra di uno scontrino?.
L'area è stata inserita dal Comune nel bando Reinventing Cities e il collettivo ha fatto sapere di essere in contatto con diverse realtà che si sono presentate al bando». Una regolarizzazione mascherata che i leghisti tentano di evitare.
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