L'emozione di incontrare un vero mito

di Massimo Colombo

Ho conosciuto Gioachino Colombo nell'autunno 1980: ero poco più che un ragazzo quando questo signore dall'aria paterna, gentile nei modi e franco nella parola, mi aprì le porte della sua casa di Legnano per concedermi un'intervista. Fremevo al pensiero di trovarmi al cospetto di un uomo che, per me e in generale per tutti i giovani appassionati di automobilismo sportivo, era un mito; uno di quelli che aveva attraversato e segnato gli anni ruggenti di uno sport quello della velocità e dei motori che ti brucia dentro, violento nella passione e invasivo nelle emozioni che ti ingolfano il cuore. Un uomo che - come spesso ancora oggi capita ai migliori interpreti del genio italico - era più conosciuto all'estero.

Il nome di Colombo e di Legnano sono legati a filo doppio alla Casa del Biscione.

Un legame profondo, a suggello del fatto che l'Alfa Romeo nonostante fasi alterne di luci e ombre che hanno segnato la sua ultracentenaria esistenza rappresenta ancora una leggenda. Il nostro auspicio è che questa mostra possa trasmettere al visitatore non solo informazioni ma anche e soprattutto entusiasmo, attorno a un Marchio che ha contribuito a rendere grandi Milano e l'Italia nel mondo.

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