La lettera di Fontana a Conte "Risposte a chi viene colpito"

Il governatore sollecita interventi e anche flessibilità: "Lombardia solida, può fare tanto con le norme giuste"

La lettera di Fontana a Conte "Risposte a chi viene colpito"

«Scelte efficaci e comprensibili per i cittadini». È quando il governatore lombardo Attilio Fontana chiede al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella lettera che è stata inviata ieri da Palazzo Lombardia a Palazzo Chigi.

La Regione sollecita espressamente misure di sostegno per le categorie più colpite dalla crisi ma - ricordando le iniziative prese «in proprio» - chiede anche flessibilità per nuovi interventi che potrebbe lei stessa adottare, anche alla luce della sua storica solidità finanziaria.

Fontana ha dimostrato, e confermato in questi giorni, la sua linea istituzionale. Ha chiesto e attuato misure restrittive - tenendo la barra dritta anche di fronte alle legittime pressioni della politica - e ha cercato di mediare fra le gravi esigenze della sicurezza sanitaria e le ragioni delle forze produttive. Questo oggi gli dà titolo per bussare alla porta del governo con tutta la credibilità che serve in questi casi.

«La rapida evoluzione del quadro epidemiologico - premette nella lettera a Conte - impone decisioni gravose sempre più difficili da contemperare ai bisogni del tessuto economico del Paese e sono cosciente dell'evoluzione del quadro epidemiologico e dei conseguenti oneri che comporta». Richiamandosi al «consueto rigore dettato dall'ottemperanza alle indicazioni degli organismi tecnico-scientifici», il governatore ricorda di aver «sempre perseguito la tutela e il rispetto dell'attività imprenditoriale di coloro che hanno fatto, e continuano a fare, ogni sforzo per rendere le proprie attività sicure». Quindi cita le previsioni paurose sull'impatto che possono avere, per l'economia. Per esempio - dice - il rapporto di Confcommercio Lombardia stima che la stretta anti-Covid imposta dall'ultimo Dpcm agli esercizi pubblici costerà 860 milioni di euro al mese». «Una perdita colossale», la definisce. Menziona ancora «le attività collegate alle fiere che subiscono inevitabilmente i riflessi delle disposizioni nazionali» e sottolinea come «a tutte le imprese, agli artigiani, ai commercianti» sia stato chiesto «di attenersi ai protocolli e alle linee guida per contenere la diffusione del virus». «Oggi - prosegue - dopo alcuni mesi, gli si chiede di nuovo di chiudere o di diminuire drasticamente il volume d'affari, senza distinguere tra chi le regole le rispetta e chi invece no». Ma non sono solo mosse governative in ballo.

La Lombardia ha conti in regola come pochi altri in Europa, e vuole sfruttarlo: «È di palmare evidenza - scrive Fontana - che una pubblica amministrazione come la nostra che ha chiuso il 2019 con un avanzo di 115,933 milioni di euro, che ha un rating superiore allo Stato sovrano, che ha sempre contribuito al conseguimento dei saldi di finanza pubblica e che, in sostanza, ha una solidità finanziaria che gli investitori apprezzerebbero, potrebbe fare ancora di più e meglio se le norme glielo consentissero». Ecco dunque la richiesta al governo: «Fare tutto il possibile», affinché si possa «fare sistema per fornire risposte adeguate all'emergenza e quindi a sostegno delle categorie colpite».

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