L'ipoacusia coinvolge sette milioni di italiani

Due su tre sono sopra i 65 anni di età

Beatrice Coppola

Le cifre, a volte, sono più efficaci di tante parole. L'ipoacusia colpisce oltre 7 milioni di persone in Italia. Ogni giorno sono 30 i soggetti che scoprono di avere un disturbo uditivo. Non è un caso che di questi, due su tre siano sopra i 65 anni. I dati dicono che il 75% non utilizzi protesi acustica e che passano almeno 5-7 anni per accettare di avere un problema e rivolgersi allo specialista. Ritardi che comportano inevitabilmente grossi problemi di relazione e non solo. Pensate solo alla difficoltà di seguire un discorso. Siete a tavola, il commensale davanti a voi parla e voi fate fatica a seguirlo, perdete il filo del discorso, non afferrate tutte le parole. La perdita uditiva, infatti, trasmette al cervello suoni incompleti. Il decadimento delle funzioni del vostro udito, in particolare, a causa del deterioramento delle cellule preposte a ricevere le frequenze acute dei suoni (quelle legate alle consonanti) obbliga il nostro cervello a sottoporsi a un superlavoro per supplire, in qualche modo, a questo alterazioni. Lui prova a dare un senso compiuto, ma con grande fatica e sprecando energie.

Dobbiamo ricordare che, in realtà, noi sentiamo con il cervello e non con le orecchie. Se non gli diamo un suono di qualità, lui deve lavorare sodo per provare a immaginare ciò che gli accade intorno. Il che si traduce in stress e senso di stanchezza sempre maggiore. Quello della difficoltà di capire le conversazioni non è l'unico segnale. Stesso discorso si potrebbe fare quando iniziamo ad alzare il volume del televisore per sentire meglio o quello del tono della voce, mentre parliamo al telefono. Oppure, quando domandiamo agli altri di interloquire più lentamente.

Il calo dell'udito è anche pericoloso per gli altri, oltre che per se stessi. In particolare, alla guida. È lì che facciamo appello ai nostri sensi. Se non sentite i pericoli in avvicinamento (clacson, sirene) rischiate una collisione. Lo sapete che le statistiche dimostrano come il deficit di vista e udito sia la terza causa di incidenti stradali? La perdita dell'udito, poi, è uno dei fattori che comporta solitudine e alcuni studi hanno dimostrato che questo possa portare al rischio di un aumento delle malattie neurodegenerative. Ma non dobbiamo abbatterci. È normale che con l'avanzare del tempo, anche le cellule dell'orecchio lavorino con meno efficienza.

Ci sono tecnologie che permettono al cervello di focalizzarsi in modo naturale sulla comprensione vocale di molteplici interlocutori, restituendovi la vostra voglia di vivere e una normale vita sociale. Per questo è importante fare prevenzione e controlli, senza aspettare il passaggio del lustro.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica