Lombardia, arrivo obbligo mascherine. Ma in farmacia sono introvabili

Le cosidette Ffp2 ed Ffp3 non si trovano più da nessuna parte. Le poche che ancora si possono acquistare, oltre a non essere particolarmente utili, hanno visto lievitare il loro costo in modo spropositato

Lombardia, arrivo obbligo mascherine. Ma in farmacia sono introvabili

La situazione sulla pandemia da coronavirus che da settimane ormai sta flagellando tutto lo Stivale continua ad avanzare, seppur con timidi segnali di rallentamento che si sono registrati negli ultimissimi giorni. La regione di gran lunga più colpita continua ad essere la Lombardia, coi suoi quasi 50mila positivi al Covid-19 e circa 12mila ricoverati dall'inizio di quest'emergenza. Per far fronte a quest'estenuante emergenza la regione guidata dal leghista Attilio Fontana ha pensato ad un'ordinanza per rendere obbligatorio - a partire da domenica 5 aprile - l'utilizzo di mascherine o protezioni al volto per poter circolare. Lo ha comunicato lo stesso presidente della regione Lombardia con una nota: "L'ordinanza del presidente della Regione introduce l'obbligo per chi esce dalla propria abitazione di proteggere sé stessi e gli altri coprendosi naso e bocca con mascherine o anche attraverso semplici foulard e sciarpe. Gli esercizi commerciali al dettaglio già autorizzati (di alimentari e di prima necessità) hanno l'obbligo di fornire i propri clienti di guanti monouso e soluzioni idroalcoliche per l'igiene delle mani".

E' così partita nuovamente la caccia alle mascherine, oggetti sempre più introvabili. A Milano ad esempio, secondo un sondaggio effettuato da Dagospia, su 61 farmacie contattate il 41% di queste aveva esaurito le scorte. Fra tutte quelle che invece ne erano ancora in possesso appena 14 avevano in casa quelle di tipo Ffp2, che garantiscono un livello di protezione abbastanza adeguato. Solamente il 23% delle farmacie del capoluogo meneghino contattate dal sondaggio le possiede, ma come facilmente intuibile si esauriscono molto in fretta. Le Ffp3 invece sono risultate assolutamente introvabili ovunque.

Andando dai rivenditori, in sei casi sono state trovate solamente le cosidette mascherine "a fascetta", dello stesso tipo di quelle che la Protezione Civile aveva mandato in Lombardia scatenando l'ira dell'assessore al welfare Giulio Gallera che non aveva esitato neanche un secondo a definirle "carta igienica". Per quanto riguarda invece le mascherine chirurgiche queste a Milano sono presenti in una farmacia su cinque. Non mancano naturalmente gli sciacalli, quelli cioè che approfittano di situazioni di grave emergenza come quella che stiamo vivendo per specularci sopra senza alcun pudore.

Nel frattempo il capo della Protezione Civile italiana Angelo Borrelli ed presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli si sono schierati apertamente contro l'ordinanza del governatore Fontana: "Sull'uso delle mascherine - ha spiegato Locatelli - c'è un grande dibattito anche nella comunità scientifica perché non ci sono evidenze fortissime.

La misura fondamentale resta il distanziamento sociale". Tesi questa del distanziamento sociale ribadita convintamente anche da Borrelli, secondo il quale "La mascherina è importante se non si rispettano le distanze per evitare la trasmissione".

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