La lotta al Parkinson si può vincere soltanto con la ricerca

Legata all'Associazione «Parkinsoniani», la Fondazione ha pubblicato oltre 300 lavori

Beatrice Coppola

Attiva da ben 25 anni (nata nel 1993), la Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, legata alla Associazione Italiana Parkinsoniani, è un ente privato senza fini di lucro che ha uno scopo prezioso: individua, infatti, non solo le fonti di finanziamento, ma raccoglie anche fondi che saranno poi destinati alla ricerca scientifica per combattere la Malattia di Parkinson. Una patologia che, come molti ricorderanno, colpì l'attore Michael J. Fox che iniziò ad avere le prime avvisaglie ad appena 30 anni, anche se l'età media di esordio si attesta attorno ai 58 anni.

Una patologia degenerativa che stravolge l'esistenza dei pazienti. Per questo motivo, preziosa è l'opera della Fondazione che ha pubblicato oltre 300 lavori scientifici, sostenendo molti progetti di ricerca che hanno portato a un notevole miglioramento della qualità della vita dei malati di Parkinson. Chi viene colpito dal Morbo è, infatti, destinato alla disabilità totale; è importante, quindi, riuscire a raccogliere dati nel campo della biologia molecolare, della biochimica e della genetica della malattia di Parkinson per sviluppare la migliore comprensione delle origini di questa patologia.

Andando sul sito, www.parkinson.it, potrete ammirare la rappresentazione dell'albero della ricerca sulla malattia del Parkinson che illustra molto bene i tanti progetti (e il loro stato di avanzamento) supportati.

È importante sapere, poi, che la Fondazione, tra le altre attività, finanzia le banche del Dna e il Registro di patologia della Malattia di Parkinson presso il Centro del Pini-Cto di via Bignami 1, a Milano, che contiene i dati di oltre 30.000 pazienti. È stata realizzata l'unica banca italiana di tessuti nervosi (encefali) che risulta preziosissima, per poter avere un riscontro post mortem di carattere diagnostico e per effettuare ricerche scientifiche con materiale biologico unico.

Non solo: è stato anche finanziato uno studio sulla flora batterica nei pazienti e in soggetti sani, per capire se vi sia un tipo di ora batterica che produca la malattia ed eventualmente se sia possibile modificare la flora con le tecniche più innovative.

È stata avviata, inoltre, la più grande raccolta al mondo di gemelli, dei quali almeno uno affetto da Parkinson. E, fra i tanti studi, che è impossibile menzionare interamente, vale la pena ricordare quello condotto in Africa e in America Latina sullo sviluppo di una terapia a base di levodopa, ricavata da un legume che cresce in quelle aree e consente di curare la malattia a costi praticamente pari a zero; in queste aree, infatti, milioni di pazienti non possono comperare farmaci. Tutto questo, come si può facilmente immaginare, ha un costo elevato e, purtroppo, in Italia, l'impegno pubblico in questo particolare settore è carente. Tocca ai singoli malati, alle famiglie che li sostengono e a tutti coloro che hanno a cuore la lotta contro questa malattia, fare qualcosa di concreto, scendendo in campo, per unirsi in questa battaglia che potrà debellare definitivamente il male che li affligge. La Fondazione ha raccolto circa 1.250.000 euro nel 2017, grazie alle circa 25.000 scelte. Molti si domandano come facciano a spendere così poco per tutte queste iniziative.

Dalla Fondazione rispondono che «i soldi sono sempre pochi e devono essere spesi con intelligenza, da persone che lavorano con grande passione».

Sostenere concretamente i costi elevati della ricerca scientifica donando il 5x1000 al codice fiscale 97128900152 significa prendere virtualmente per mano ogni malato, dandogli speranza.

Aiutate, allora, i ricercatori a completare gli studi in corso. Grazie anche al 5x1000 si può arrivare a un futuro, finalmente, senza Parkinson. Per altre info telefonare allo 02-66713111 - aip@fondazioneparkinson.com - www.parkinson.it

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