Macao festeggia perchè in pochi giorni ha raccolto quasi 1.200 firme, che si traducono anche in fondi per l'acquisto della palazzina liberty di viale Molise 60. Il collettivo avrebbe deciso di mettersi in regola, ovviamente a modo suo. Dopo cinque anni di occupazione abusiva, passati a organizzare feste, affittare le sale come location per le sfilate e la settimana del design, tutto rigorosamente esentasse, il centro sociale un mesetto fa ha annusato l'aria (di sgombero) e lanciato quella che definisce una «proposta scandalosa». Sogemi vuole liberare l'area e metterla sul mercato. Macao è pronta a comprare, ma senza gara e «a prezzo politico». E ha chiesto al Comune, proprietario al 99% dei mercati generali, «una mossa di coraggio». A Palazzo Marino in questi anni ha sempre trovato una sponda. Durante il mandato di Giuliano Pisapia nessuno è andato a disturbare le attività - e il business - del collettivo. Un Leoncavallo bis. Il silenzio tenuto dalla nuova giunta Sala dopo quella proposta di acquisto sta mettendo in agitazione i militanti di Macao. In una dettagliata cronistoria degli eventi ricordano infatti che nel 2014 il Comune aveva aperto un tavolo partecipato, per arrivare a depositare in consiglio comunale una delibera di iniziativa popolare che «conferisce la gestione degli spazi abbandonati a comunità che si organizzano dal basso». Nel frattempo «lo scenario politico cambia, nell'agosto 2017 il neoeletto sindaco Beppe Sala nomina Cesare Ferrero (ex country manager e ad di Bnp Paribas Real Estate Italia) nuovo direttore di Sogemi, e lo scorso autunno fa intendere che vuol disporre degli immobili e vederli. Sala sollecitato da Radio Popolare afferma che è aperto il dialogo, riconosce a Macao un interlocutore importante. Ma la vendita deve passare da gara pubblica». E a un mese di distanza temono che la situazione stia precipitando. «Crediamo che Sogemi stia incredibilmente accelerando - scrivono - abbiamo ragione di credere che in poche settimane ci metteranno davanti al fatto compiuto di essere esclusi dall'acquisto». Improbabile che il prezzo sia popolare. Ma «Macao non ci sta e promette battaglia» è l'avviso a Palazzo Marino.
Ha lanciato una raccolta di firme e contributi, sta costruendo questo «soggetto associativo collettivo che sarà lo strumento giuridico per acquistare la palazzina» (ieri erano quasi a quota 1.200) e organizzano per il 24 aprile un incontro pubblico all'Arco della Pace alle 18 per «lanciare la carica».
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