Manager suicida al parco: «Ho troppi debiti»

Manager suicida al parco: «Ho troppi debiti»

Il suo suicidio l’ha comunicato lui stesso, con una telefonata al 112, partita dal suo stesso cellulare. Poche parole, l’essenziale. «Venite. C’è un uomo che si è impiccato a un albero a Cesate, nel parco delle Groane». Clic. Erano le 17.30 o giù di lì. Sul posto sono arrivati immediatamente i carabinieri della compagnia di Rho. «L’abbiamo trovato subito» dice il capitano Luca Necci senza aggiungere commenti che certi gesti non richiedono e non meritano. Luigi Fenzi, 60 anni, di Saronno, ieri pomeriggio si è allontanato da casa senza far capire che non l’avrebbero mai più rivisto. Freddo, lucido, ha portato con sé una grossa fune, ha raggiunto il parco, a qualche chilometro da casa, l’ha legata al ramo di un albero, c’è salito sopra, s’è infilato il cappio nel collo. Qualche attimo prima di farla finita ha chiamato il 112, fingendosi un anonimo che aveva visto un cadavere penzolare da un albero nel parco. Quindi si è lasciato andare nel vuoto. Nella tasca della giacca un biglietto stringato, l’epilogo drammatico della vita di una persona perbene. Niente scuse, nessun orpello, nemmeno un saluto, ma una spiegazione logica e impossibile da fraintendere. «Il lavoro manca e non sono più in grado di pagare i debiti».
La prima vittima milanese di questa crisi economica è il titolare della «Essetitre» una piccola azienda di consulenza che organizza corsi di formazione su impianti di telecomunicazione e fornisce materiale didattico.
L’uomo, residente in via Monte Santo, in pieno centro a Saronno, è uscito di casa nel primo pomeriggio. Sembrava volesse, come ogni giorno, raggiungere il suo ufficio, che tra l’altro è poco distante dall’abitazione dove abita con la moglie e i due figli, un maschio e una ragazza che hanno tra i 25 e i 30 anni. Poche ore dopo, però, l’uomo avrebbe mandato uno strano sms ai famigliari che si sono subito preoccupati e hanno avvisato i carabinieri di Saronno. Poco dopo, al 112, è arrivata la chiamata che ne annunciava la morte di un uomo al parco. Non volevo che il suo cadavere rimanesse lì.
Proprio lunedì, in provincia di Lecco, a Pascolo di Calziocorte, una ragazzina di 15 anni ha evitato per un soffio il suicidio del padre, il 44enne Franco D.M., trasportatore ed ex gestore di una pizzeria, che aveva tentato di togliersi la vita stringendosi un cavo elettrico intorno al collo e passandolo sul ramo di un albero vicino a casa. Anche in questo caso, com’è accaduto nei giorni scorsi a Napoli e a Bologna, l’uomo aveva ricevuto una cartella esattoriale e non era in grado di far fronte a quei debiti.

La ragazzina, quando ha visto il padre impiccato, lo ha sostenuto fino a quando la moglie non è arrivata, attirata dalle urla della ragazzina, ed è riuscita a soccorrerlo. L’uomo non è mai stato per fortuna in pericolo di vita, ma resterà ancora a lungo in osservazione per le valutazione cliniche-psichiatriche sul suo caso. Altre vittime della crisi.

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