L'addio di un assessore regionale e la rottura di un'alleanza fra Pd e 5 Stelle. Sono le prime ripercussioni lombarde della crisi di governo precitata nei giorni scorsi a Roma e destinata a segnare l'agenda politica anche regionale nei prossimi mesi.
L'assessore alla Casa Alessandro Mattinzoli, fedelissimo di Mariastella Gelmini, lascia giunta e partito (Forza Italia). Al suo posto sbarca in giunta con i gradi dell'assessore Alan Rizzi, finora sottosegretario.
In uno stillicidio di annunci che ieri ha interessato anche due deputate elette in Lombardia - Anna Lisa Baroni e Giusi Versace - Mattinzoli ieri ha annunciato il suo addio, pochi giorni dopo la ministra, destinata con ogni probabilità a un'intesa politica con Carlo Calenda, segretario di «Azione» e interlocutore del Pd. Mattinzoli ha spiegato che non intende seguire Gelmini, ma ne condivide le scelte. Sofismi, per una mossa che ha sorpreso e deluso i vertici azzurri, trovatisi impegnati a ridefinire l'assetto della loro partecipazione alla giunta regionale, tenendo conto dell'impatto che avrà sul gruppo.
Quello del ministro è un addio maturato anche nei mesi scorsi, e legato alle prospettive del centrodestra, oltre che a questioni più prosaicamente organizzative del partito. La decisione di Mattinzoli è stata molto criticata da Fi (dal capogruppo Gianluca Comazzi e dal capo-delegazione Fabrizio Sala) anche per ragioni di stile. Senza informare né loro, né il coordinamento regionale, l'assessore ha detto addio al partito (anche all'incarico di segretario provinciale) e con esso alla giunta. Ha comunicato le sue decisioni al governatore e gli ha rimesso le deleghe. «Stimo Fontana e farò quello che lui riterrà utile per il bene della Lombardia - ha detto - Sono a sua disposizione».
Ieri dunque Fontana ha lavorato a questo avvicendamento, insieme alla coordinatrice azzurra Licia Ronzulli. Il passaggio è stato gestito come questione interna alla delegazione forzista e gli alleati non hanno avanzato pretese o mire su quell'incarico a pochi mesi dal voto.
Sul tavolo delle «consultazioni» informali, una serie di valutazioni che hanno riguardato non solo la giunta, ma anche il Consiglio e il gruppo. Col ritorno dell'assessore sui banchi del Pirellone infatti, si avrà come effetto immediato la decadenza dell'attuale consigliere Gabriele Barucco, che era subentrato nel seggio (come primo dei non eletti) quando Mattinzoli è entrato in giunta. Forza Italia però era molto soddisfatta del lavoro di Barucco, che si è dedicato in particolare all'interlocuzione con le imprese del territori. Inoltre c'era da tener presente l'equilibrio fra territori. Per questo ieri si era parlato della possibile nomina della bresciana Claudia Carzeri, presidente di commissione, o di una promozione in giunta dello stesso Barucco.
Alla fine è stata trovata, e rapidamente, la soluzione. Si è deciso di assegnare le deleghe a Rizzi. Come da prassi, Fontana ha ringraziato Mattinzoli per l'impegno profuso «confermandogli la stima anche personale». Al suo posto ha nominato Rizzi e al posto di Rizzi, Barucco sarà sottosegretario ai Rapporti con le delegazioni internazionali. «Una scelta, quest'ultima, condivisa da tutti i rappresentanti regionali del partito - ha garantito Ronzulli - per garantire gli equilibri interni a Regione Lombardia e la più ampia rappresentanza di Fi sul territorio di Brescia».
Intanto, a sinistra, il Pd dice definitivamente addio all'alleanza con i 5 Stelle, artefici di una crisi di governo che ha molto irritato i vertici dem.
«È evidente - ha detto ieri il capogruppo Fabio Pizzul - che quello che è accaduto a Roma pregiudica molti dei passi che fin qui abbiamo fatto anche in Lombardia nella costruzione di possibili alleanze anche per le regionali». E movimenti di registrano anche al centro. Il coordinatore lombardo Guido Della Frera ha convocato per oggi l'assemblea regionale di «Italia al centro», il movimento di Giovanni Toti.
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