Milano, chiude centro migranti: profughi sfuggono ai controlli e si accampano sotto la Tangenziale Est

Il centro di accoglienza straordinario di via Corelli a Milano, a quattro anni dalla sua apertura, è stato chiuso dalla Prefettura di Milano

Milano, chiude centro migranti: profughi sfuggono ai controlli e si accampano sotto la Tangenziale Est

Il centro di accoglienza straordinario di via Corelli a Milano, a quattro anni dalla sua apertura, è stato chiuso dalla Prefettura meneghina. La struttura sarà ora destinata a diventare il nuovo centro di permanenza per il rimpatrio della Lombardia, diventando di fatto il punto di raccolta regionale dei migranti raggiunti dal decreto di espulsione.

E allora i 358 richiedenti asilo ospitati finora sono stati trasferiti e ridistribuiti in altri centri, ma qualcuno è sfuggito ai controlli e alle procedure di smistamento, riuscendo a creare anche un vero e proprio accampamento abusivo di profughi sotto il cavalcavia della Tangenziale Est di Milano, a un tiro di schioppo proprio del centro di via Corelli. Un luogo non nuovo a situazioni del genere: già due anni fa, infatti, ilGiornale.it aveva denunciato il degrado attorno i piloni del ponte.

Questa la nota della Prefettura diramata in occasione della recente chiusura della struttura: "La chiusura è avvenuta in un contesto di progressiva riduzione dei numeri dell’accoglienza iniziata nell’estate del 2017. Il 31 luglio 2017 erano infatti presenti nei Cas del territorio metropolitano 6.425 ospiti, di cui 4.632 in Milano. Oggi sono 3.957 nel territorio metropolitano di cui 2.460 nel capoluogo. La redistribuzione degli ospiti di via Corelli ha tenuto conto dei percorsi individuali di integrazione avviati sul territorio.

Su un totale di 358 ospiti, 134 hanno trovato accoglienza nei Cas del territorio metropolitano (di cui 49 a Milano), 159 nelle altre province lombarde, 65 fuori regione. Tutti sono stati inseriti nei posti disponibili in strutture già attive. Le operazioni di trasferimento si sono sviluppate nell’arco di un mese in un clima di piena collaborazione".

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