Senza Pinketts. Sono poche le parole e molte le lacrime di una città che piange uno dei suoi autori più popolari. Uno che dietro una scorza ruvida nascondeva un cuore generoso. E ora quella città che ha ritratto con pennellate di china in tanti libri invoca un ambrogino alla memoria. E forse Andrea l'avrebbe ritirata con l'immancabile sigaro tra le labbra. Oggi la città che ha tanto amato, nella quale ha vissuto e scritto, lo saluterà per l'ultima volta al Ticinese, dove era di casa. Alle 14.45 nella basilica di Sant'Eustorgio Milano darà addio ad Andrea Pinketts.
«Ci siamo visti non troppo tempo fa e mi avevi invitato a una delle tue immancabili serate a Le Trottoir. Giornalista coraggioso, noir nello stile e nel cuore. Duro tra i duri, milanese tra i milanesi. È giusto che la tua città ti ricordi con l'Ambrogino d'Oro. Ci mancherai Andrea!». L'accorato ricordo di Carlo Fidanza, deputato di Fratelli d'Italia, si sposa al coro di amarezze che hanno invaso Facebook e i social, sfogatoio di gioie e tristezze del terzo millennio.
«Andrea Pinketts ci ha lasciato. Con la sua penna ha raccontato Milano in modo unico, come solo un vero milanese avrebbe potuto fare». Con questo breve ma sentito messaggio, il sindaco ha dato la notizia su Twitter. «Mi auguro che Beppe Sala voglia conferire a questo grande milanese una medaglia d'oro alla memoria o proporlo per il Famedio. Per Milano sarebbe un modo per restituirgli almeno un po' del grande amore con cui lui l'ha raccontata» ha aggiunto ancora Fidanza. Commovente il commento dell'assessore alla cultura Filippo Del Corno: «Una città è fatta anche delle parole scritte per descriverla. Le frasi di Pinketts sono ritmo e cadenza di Milano e lo saranno sempre».
«Un ragazzo dolce e scapestrato e una grande tristezza». Così Cecilia Scerbanenco, figlia del capostipite del noir milanese, Giorgio, ricorda - sempre su Facebook - Andrea Pinketts, scomparso a 57 anni e, come tanti altri milanesi, cresciuto alla scuola dell'impareggiabile Scerbanenco che ha «allevato» un'intera generazione. Per Massimo Carlotto, Pinketts era un «geniale scrittore che ha contribuito alla nascita di movimenti letterari che hanno reso importante il noir in Italia. Ma al di là dei meriti letterari era una bella persona. Era un piacere incontrarlo e rimanere colpiti dalla sua arguzia e dalla sua simpatia. Usava le parole come un giocoliere. Un dono raro, unico». Un altro scrittore, Raul Montanari lo ricorda come «un autore di un'originalità sbalorditiva, una persona dolce, divertente, intelligente e generosa. E un grande amico». Tra i ricordi e gli omaggi anche quello di Carlo Lucarelli: «Ciao, Pink.
Avrei un milione di aneddoti da raccontare. Una cosa la dico subito. A Natale regalate un suo libro, ne ha scritti di bellissimi». Sandro Veronesi lo ricorda come «un uomo buono» e per Daria Bignardi «era bravo, intelligente, simpatico, generoso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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