Le montagne lombarde 150 anni di storie in vetta

Le montagne lombarde 150 anni di storie in vetta

Tra le manifestazioni più importanti che celebreranno il Club Alpino Italiano in occasione dei suoi 150 anni c'è la mostra organizzata dalla Provincia di Milano «La Lombardia e le Alpi» a cura della presidenza generale del CAI della sezione di Milano che aprirà questa sera (17 maggio) allo Spazio Oberdan di viale Vittorio Veneto 2 e che rimarrà aperta fino al 7 luglio.
Si tratta di una rassegna senza precedenti dedicata alle più importanti montagne della Lombardia e alle sue genti, nonché al loro rapporto con le realtà metropolitane. Fino dalla seconda metà dell'Ottocento il legame del CAI con il territorio lombardo si è rivelato strettissimo. Sette le sezioni storiche, da Bergamo a Como, da Lecco a Sondrio e Milano, da Cremona a Monza, alle quali la collaborazione con il Touring Club ha affiancato la descrizione geografica, storica e naturalistica della Lombardia: sedici volumi della «Guida dei Monti d'Italia» per più di 8 mila pagine. La mostra si avvale di contributi di varie «banche della memoria»: dalla Biblioteca Palamonti di Bergamo alla Biblioteca Società Escursionisti Milanesi fino alla Biblioteca Luigi Gabba.
In mostra documenti rari, cimeli di spedizioni extraeuropee, libri, cartografie, modellini di rifugi, dipinti e fotografie, attrezzi alpinistici, il tutto proveniente anche da collezioni private. E ancora: filmati d'epoca, pellicole d'attualità della Cineteca Nazionale del CAI.
La rassegna è accompagnata da un catalogo edito Bellavite: il comitato scientifico è composto da Pino Brambilla, Piero Carlesi, Giuseppe Garimoldi, Angelo Recalcati e Lorenzo Revolgera. «La mostra - spiega l'assessore alla Cultura Novo Umberto Maerna - vuole essere anche lo specchio dell'operosità lombarda che trova riscontro nella frequentazione sportiva della montagna tra curiosità e passioni. Va annoverato il “rampichino“ prototipo di mountain bike lanciato a Milano con una grande campagna pubblicitaria negli anni '80 e le scarpette da arrampicata “aerlite“ con cui cui i sassisti della val di Mello hanno mandato in pensione la vecchia tecnica di arrampicata su ghiaccio con gli scarponi, il curioso arpione roseg che ha innovato la tecnica di scalata».
Tra i tanti personaggi va ricordato il milanese Vittorio Ronchetti, primario dell'ospedale maggiore di Milano, che un secolo fa, tra il 1907 e 1913, effettuò cinque spedizioni nel Caucaso centrale. Ronchetti interpretò in anticipo la vocazione all'apinismo extraeuropeo da cui poi partiranno le spedizioni per il k2 nel 1954 e per il Gasherbrum IV nel 1958, concepite in lombardia coinvolgendo i migliori alpinisti di allora. Filosofi, fotografi e altri scrittori che hanno fatto ritratti esclusivi delle montagne sono Riccardo Cassin, Achille Compagnoni, Alessandro Gogna, Silvio Mondinelli, Miles Meroi, Adriano Greco.

Fra le particolarità dell'esposizione, la capacità di raccontare la montagna e l'alpinismo, un'attività in cui da Dino Buzzati a Clemente Rebora, fino a Giovanni Bertacchi, la regione lombarda si è particolarmente distinta.

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