Per qualche giorno prevarrà un clima di «tolleranza», poi scatteranno le sanzioni per chi non si adegua. Vigili in borghese e in divisa e carabinieri ieri intorno alle 19.30 si sono presentati nei locali di largo La Foppa e del tratto di corso Garibaldi che arriva fino a via Marsala (soprattutto) per assicurarsi che avessero chiari i punti della nuova stretta alla movida. L'ordinanza del sindaco che vieta su tutta quell'area l'asporto di cibi e bevande (sia alcoliche che analcoliche) dalle 22 e l'utilizzo dei dehors a partire dalla mezzanotte è stata pubblicata sull'albo pretorio tre giorni fa con effetto immediato. Beppe Sala l'ha firmata dopo che il Tar aveva accolto il ricorso presentato dal condominio di corso Garibaldi 104 che da anni battagliano contro l'inquinamento acustico sotto casa. Confcommercio è già in allarme perchè c'è il rischio che diventi un precedente per altre zone della movida. Nel dispositivo di sicurezza i responsabili dei controlli nel quadrante tra La Foppa e Garibaldi - con 14 locali tra cui Radetzky Cafè, Chinese Box e Princi - sono i carabinieri. A partire da questa settimana, anticipa il vicesindaco Anna Scavuzzo, «avremo modo di riorganizzare in modo più organico tutti i servizi di pattugliamento, in raccordo con la prefettura e le forze dell'ordine per i dispositivi già in essere». Scavuzzo sostiene che c'è bisogno di «rilanciare una alleanza fra esercenti, forze dell'ordine e Comune per lavorare insieme, far abbassare il livello di tensione e ricondurre a ragione soprattutto chi esagera. Su questo tema ci siamo già messi a disposizione e abbiamo già avuto modo di partecipare ad alcuni incontri in prefettura per decidere come procedere e coordinare gli sforzi. Nel frattempo, però, l'ordinanza era necessaria, soprattutto dopo la sentenza del Tar. Resta sotto gli occhi di tutti che, oltre al rumore, il livello di ubriacatura molesta, l'aggressività e la predisposizione alla rissa sono preoccupanti. I recenti episodi anche in altri contesti lo confermano». Nel caso specifico di Garibaldi «ora è richiesto un impegno aggiuntivo anche della polizia locale per il rispetto dei divieti e stiamo predisponendo i servizi dei nostri operatori». L'assessore alle Attività produttive Cristina Tajani aggiunge che «l'ordinanza si muove sulla linea di un equilibrio delicato tra esigenze dei residenti, riconosciute dal Tar, e la necessità della ripresa delle attività economiche e della vita serale dopo il lockdown. Metteremo a disposizione come già fatto in passato il Duc come luogo per promuovere un patto di convivenza tra tutte le categorie interessate. Consapevoli che questa estate più che mai serve la responsabilità e collaborazione di tutti». Sta di fatto che mentre il coprifuoco si allunga da oggi a mezzanotte e sparirà dal 14 giugno se la Lombardia passerà in zona bianca, i locali della zona senza dehors dopo le 24 e con asporto limitato saranno fortemente penalizzati, e impugneranno l'ordinanza. I comitati di altri quartieri caldi chiedono già al sindaco di estendere la misura. «La sentenza del Tar su Garibaldi è un successo concreto - afferma il presidente di Pro Arco Sempione, Franco Spirito -, il Comune dovrebbe prenderne atto e estendere i divieti a tutte le zone della movida che hanno gli stessi problemi», dall'Arco ai Navigli, «Sala non ci ha mai ricevuti, ora visto che è stato costretto dal Tar, si adegui. L'asporto vietato dalle 22 serve anche a frenare l'alcolismo giovanile». I residenti, commenta il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale, «hanno dovuto fare ricorso per esasperazione di fronte al nulla messo in campo dal Comune in 5 anni. L'inerzia di Sala ha trasformato la fisiologica movida di una grande città nella malamovida, un'anarchia totale fatta di venditori abusivi, pusher, degrado, baby gang e risse. Servono presidi, inflessibilità contro botellon e feste abusive, lotta allo spaccio e al commercio abusivo con Daspo».
Dispiace, aggiunge, «che ci vadano di mezzo esercenti seri che rispettano le regole, ma se il Comune non governa piazze e spazi all'aperto i Tar impongono nuovi divieti. Sarebbe meglio che il sindaco combattesse la malamovida, disciplinasse i market h24 e consentisse a dehor e locali di svolgere in sicurezza il proprio lavoro almeno fino all'una».
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