Nasce un bosco dalle ceneri dei defunti

Un'area del camposanto per disperdere i resti dei cari. E per ogni urna seppellita sarà piantato un albero

Nasce un bosco dalle ceneri dei defunti

I milanesi potranno riposare in pace sotto le foglie di ibisco, sambuco, salvia. Come se il ciclo della vita non avesse mai fine. Le ceneri di chi ha deciso di farsi cremare post-mortem potranno essere disperse nel Boschetto del Ricordo che il Comune sta realizzando al Cimitero Maggiore, un primo spicchio accanto a quella grande struttura a «piramide» con 9mila colombari tradizionali. Diversamente dal Giardino del Ricordo a Lambrate, qui dopo la dispersione (300 all'anno finora) verrà seppellita anche l'urna biodegradabile e nello stesso punto sarà piantato un albero per mantenere sempre vivo il ricordo dei propri cari. Una pratica diffusa nel nord Europa ma sarà il primo caso in Italia, a memoria dell'assessore ai Servizi funebri Franco D'Alfonso che ieri ha presentato la novità durante le celebrazioni per il 2 novembre al Famedio. Si comincerà con uno spicchio verde in grado di ospitare fino a 160 piante, ma Palazzo Marino è pronto a moltiplicare per quattro il Boschetto, agli angoli della «piramide». Le cremazioni a Milano sono in crescita costante. Sono passare dalle 7.611 del 2009 alle 11.764 del 2012 e alle 11.909 del 2013 (5.913 nel primo semestre del 2014). Il forno di Lambrate, l'unico in città, fatica a tenere il ritmo. E ora, sui cinque impianti, uno è guasto e un altro viene usato a mezzo servizio, da circa 50 cremazioni al giorno si è scesi a una quarantina e «si è creata una coda - ammette l'assessore D'Alfonso - abbiamo circa 120 salme in attesa». Le ceneri vengono consegnate con tempi più lunghi, circa 5-6 giorni. «Servirebbero almeno sei forni» considera il direttore del settore. Ma la spesa ammonta a 1,5 milioni. E in mezzo si infila la protesta sindacale, 9 addetti alle cremazioni dal primo gennaio saranno trasferiti ad altre mansioni, sempre nei cimiteri, perchè il Comune sta affidando in appalto la gestione dei forni. C'è malcontento, paura per il posto di lavoro, e dunque a rallentare le operazioni c'è anche la stretta degli straordinari da parte dei dipendenti che ieri hanno protestato con i sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Csa e Usb). Hanno atteso assessore e sindaco con gli striscioni di fronte al Monumentale. «Nella Milano di Expo - denunciano - non ci sono i colombari, non sono stati costruiti nuovi loculi e i cittadini che vogliono tumulare i propri cari devono “sperare“ che avvengano delle estumulazioni. I lavoratori andati in pensione negli anni non sono stati sostituiti per cui i defunti spessissimo non vengono seppelliti il giorno del funerale ma quello dopo, si sono creati ovviamente disservizi per le cremazioni e ora il Comune, guarda caso, vuole esternalizzare il servizio, col rischio di aumenti di tariffe e perdita di posti di lavoro». D'Alfonso garantisce che non accadrà, gli addetti «saranno ricollocati nei cimiteri.

Ma ormai - si sfoga contro i sindacati - non si può spostare una pianta senza proteste e minacce di sciopero».

Tra le novità nei cimiteri: totem al Monumentale e test della raccolta differenziata a Lambrate, da estendere agli altri.

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