Pacchi dimenticati da un anno: pioggia di proteste sulle Poste

«Sono quattro mesi che aspetto due pacchi dagli Stati Uniti, vorrei sapere cosa succede». Il messaggio appare sul forum di eBay, il più famoso sito di aste on line del mondo. È firmato Filfed03, nick name di uno dei tanti acquirenti del web. Racconta una sventura che, in Italia, accomuna migliaia di persone. Tutte sono in attesa di pacchi provenienti da Paesi extraeuropei. Che giacciono da mesi nel centro di sdoganamento delle Poste di Roserio.
Nel gigantesco magazzino alla periferia Nord-ovest di Milano si arenano ogni giorno centinaia di scatole e plichi. Arrivano da Cina, Australia, Stati Uniti, America Latina. Ci mettono mediamente una settimana per attraversare oceani e continenti. Poi, una volta in Italia, restano fermi anche sei mesi. In attesa dei controlli necessari per lo sdoganamento. Telefonare al centralino è tempo perso: il più delle volte non risponde nessuno. I più fortunati si sentono rispondere che il problema non dipende da Roserio, di provare quindi a fare reclamo alle Poste del Paese di provenienza. Che, però, non hanno alcuna colpa. Visitare il magazzino di persona è altrettanto inutile. L’addetto alla portineria ha l’ordine tassativo di non far entrare nessuno. «Ci hanno detto di non permettere alcun contatto fra i clienti e il personale in servizio - racconta -. Ogni giorno arriva un sacco di gente per lamentarsi, anche da molto lontano. Rispondiamo a tutti che l’unico modo di informarsi su quanto succede è chiamare il centralino. Se non risponde nessuno, non rimane che denunciare tutto ai carabinieri». Quando chiediamo spiegazioni sui clamorosi ritardi, precisa che «questo è l’unico centro di smistamento in Italia dove la merce è sottoposta ai controlli della guardia di finanza. Arrivano pacchi da tutto il mondo. Tre mesi di attesa per riceverli sono la norma».
Eppure, denunciano gli utenti su diversi forum di protesta, «a Roserio lavorano mille addetti. Possibile che ci voglia tanto?». In realtà, a effettuare i controlli sono solo due persone, impegnate una volta alla settimana. «Riceviamo tantissime segnalazioni - afferma Mauro Antonelli del Codacons -. Spesso i pacchi si perdono o si bloccano anche perché in estate molti uffici postali sono chiusi. È difficile sapere con certezza di chi sia la responsabilità. Inoltre, la posta prioritaria, che ormai è l’unica esistente, viene recapitata con gli stessi tempi di quella ordinaria pur costando di più». Acquistare su internet comporta alcuni rischi. «Il consiglio è di assicurare sempre la merce di valore, in modo da poter contare su un risarcimento. E di far valere i diritti riconosciuti dalla Carta della qualità dei servizi postali. Infine, raccomandiamo di non acquistare nulla su internet se il sito non riporta un numero telefonico fisso».
Lo stesso Codacons consiglia di denunciare i ritardi alle autorità competenti. Soprattutto quando un pacco è in attesa di essere smistato dall’estate del 2006. E viene inoltre chiesto il pagamento delle tasse doganali (circa sei euro) che, nel frattempo, sono state abolite per le merci ricevute in regalo e con un valore inferiore a 45 euro. Poste Italiane specifica che la responsabilità dell’azienda è condivisa con altri soggetti.

L’agenzia delle dogane ribatte che Poste Italiane fruisce di una procedura particolare che le consente di effettuare gli adempimenti doganali nei propri magazzini. Da parte loro, gli utenti, stanchi di assistere al palleggio delle colpe, hanno sottoscritto una petizione con la quale chiedono maggiore trasparenza a tutti i soggetti coinvolti.

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