Ancora in giallo. La Lombardia tira un sospiro di sollievo, e pur senza trionfalismi incassa una promozione in un momento difficile dell'epidemia. Il ministero della Salute, ieri, non ha inasprito le restrizioni, validando le speranze coltivate in Regione e la strategia delle chiusure mirate, adottata da Palazzo Lombardia negli ultimi giorni in quattro Comuni e prospettata presumibilmente per altri eventuali allarmi simili.
Passa la strategia lombarda. L'ennesima giornata di attesa si è risolta ieri con una conferma della situazione attuale, pur con tutte le cautele in un quadro che resta critico per la diffusione di varianti Covid. Per almeno un'altra settimana, però, la Lombardia starà in fascia gialla, quindi con restrizioni al livello minimo dei tre previsti, e questo significa che possono continuare a stare aperti bar e ristoranti (almeno a pranzo).
Esultano i titolari dei pubblici esercizi, e i commercianti in genere, che si sono preparati a un fine settimana di lavoro (in sicurezza). Il timore era che il governo decidesse una stretta improvvisa, simile a quella che pochi giorni fa è toccata in sorte ai gestori degli impianti sciistici, a causa di un meccanismo (ormai ampiamente e largamente contestato) che prevede contemporaneamente dati vecchi e decisioni senza preavviso.
Il governatore, Attilio Fontana, già aveva chiesto di anticipare le ordinanze ministeriali, «perché i dati al Cts arrivano il martedì». Ieri lo ha ripetuto, invocando un nuovo meccanismo che potrebbe configurare «un primo grande e netto cambio di passo del governo». In effetti questa consueta incertezza che si protrae fino al venerdì sera crea un'enorme difficoltà agli esercenti (già molto provati) che nel fine settimana contano di risollevare almeno parzialmente la loro attività e i (magri) incassi di questi mesi.
La Regione aveva manifestato - pur senza spavalderia - la convinzione che i suoi dati meritassero ancora una conferma della fascia gialla. E dopo alcuni giorni altalenanti fra speranze e anticipazioni, ieri poco dopo le 14 è arrivata la certezza, annunciata sobriamente da Fontana. «La Lombardia - ha dichiarato - resta gialla, siamo intervenuti con limitazioni localizzate per contenere meglio, tracciare e isolare i piccoli focolai. Azioni mirate a mantenere la Lombardia il più possibile libera da restrizioni». «Serve massima attenzione da parte di tutti - ha aggiunto - Serve che arrivino vaccini».
È consapevole, il presidente, che la situazione nettamente «da giallo» di alcune settimane fa, si è fatta lentamente più critica, con un Rt appena sotto l'1 e alcuni dati in peggioramento. È subentrata, nel frattempo, la inquietante novità delle «varianti», queste «mutazioni» continue del genoma che possono cambiare le caratteristiche del virus, per esempio la sua trasmissibilità. E proprio focolai di varianti hanno indotto Palazzo Lombardia ad adottare misure restrittive a Castrezzato (Brescia), Viggiù (Varese), Mede (Pavia) e Bollate (Milano).
E la presenza di due varianti - quella inglese e quella sudafricana - è stata osservata anche in alcune scuole di Milano (una materna e un nido), pur se l'Ats ha ufficialmente precisato che «la circolazione di varianti virali nella popolazione scolastica milanese è in linea con quanto atteso in base alla situazione epidemiologica nazionale».
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