La Lombardia cuore della sfida del 25 settembre. Con i suoi cento seggi in palio fra Camera e Senato, la Regione più grande d'Italia sarà decisiva alle elezioni politiche e anche dentro i partiti. Una candidatura nelle circoscrizioni lombarde è ambitissima nel centrodestra, dato per favorito, ma sarà decisiva anche per quell'embrione di terzo polo che si va costruendo intorno a «Italia Viva» di Matteo Renzi - che darà battaglia per superare lo sbarramento del 3% - ma anche per le velleità di Carlo Calenda, senza considerare che i quattro collegi (fra Camera e Senato) disegnati a Milano e dintorni - soprattutto quello del centro - potrebbero essere terreno fertile per il Pd, che fuori da Emilia e Toscana non ha molte altre roccaforti.
Pochi giorni fa gli amministratori locali del Pd hanno avvisando il partito romano che saranno gradite le candidature «paracadutate». Una mossa che è stata letta come una «nomination» di Pierfrancesco Maran, re delle preferenze alle ultime Comunali e oggi (sottovalutato) assessore alla Casa. Un segnale eloquente: in un contesto condizionato dal taglio dei parlamentari e dalle previste «vacche magre» elettorali, fa capire quanto sarà dura la lotta per un posto «al sole».
Fra gli uscenti Pd, non sono molti ad avere certezza della riconferma, anzi. Fra questi c'è Lorenzo Guerini, ministro della difesa uscente, atlantista di ferro, riferimento della corrente «Base riformista», ulteriormente rafforzato dalla vittoria alle Comunali della sua Lodi. Molto ben piazzati sono ovviamente la capogruppo alla Camera Simona Malpezzi, il segretario regionale Vinicio Peluffo e il suo predecessore Alessandro Alfieri. Ottime speranze hanno anche il bergamasco Antonio Misiani, viceministro dell'economia nel governo Conte 2, Lia Quartapelle, ormai esperta di politica estera, Franco Mirabelli e Lele Fiano. In lizza per il bis c'è Eugenio Cominicini, ex sindaco di Cernusco sul Naviglio, renziano della prima ora, tornato nel Pd nel marzo 2021. E il Pd di Pavia reclama un «collegio sicuro» per Alan Ferrari, che ha «solo» due legislature alle spalle - meno di altri in effetti.
Incerto il destino di una eletta illustre a Milano, Laura Boldrini. Da presidente uscente della Camera, nel 2018 era stata candidata in Lombardia 1 per «LeU», un anno dopo ha dichiarato che avrebbe votato Pd alle Europee e ha aderito al gruppo Pd da indipendente. Ancor più incerto un altro «innesto» nel Pd, il giornalista Tommaso Cerno. E invece una illustre novità entrante in Lombardia potrebbe essere la ex segretaria della Cgil Susanna Camusso.
Da qualche parte, c'è da giurarlo, spunterà Bruno Tabacci. Avrà il suo daffare Carlo Calenda, insieme a «Più Europa», per non perdere voti e terreno a Milano. La ministra (ex FI) Mariastella Gelmini - intervistata da «BresciaOggi» - ha già fatto sapere che non correrà in un collegio uninominale per il centrosinistra ma nel listino. «Sarò candidata nella parte proporzionale con Azione ha detto. Fra gli altri possibili candidati, la capogruppo dei «Riformisti» Giulia Pastorella, vicepresidente nazionale del movimento, il consigliere regionale Niccolò Caretta e il bresciano Fabrizio Benzoni, mentre in Lombardia 4 dovrebbe correre la ex vicesindaco di Pavia Angela Gregorini. Per «Più Europa», dovrebbe trovare posto in Lombardia il segretario Benedetto Della Vedova, nato a Sondrio, già senatore, deputato (anche europeo) e sottosegretario alla Difesa. Fra i nuovi, si parla di Yuri Guaiana, radicale e militante per i diritti civili ed Lgbt, già vicepresidente di Zona 2 a Milano, ma si fanno anche i nomi anche di Simona Viola, avvocato già presidente del movimento, nonché dell'attuale capogruppo regionale Michele Usuelli.
Molti eletti nel 2018 col Pd, sono poi passati a «Italia viva»: 8 tra deputati e senatori, e Renzi ha già annunciato un suo impegno su più fronti territoriali per tenere alto il quoziente elettorale del suo movimento. Una delle sue candidature dunque potrebbe arrivare proprio a Milano, città che l'ex rottamatore sente molto affine e che ha sempre «coltivato» accuratamente, fin dai tempi di Expo.
Con lui potrebbe una testa di lista femminile formata da Lisa Noja e dalla ex ministra Elena Bonetti, mentre si dice che fra le novità importanti schierate in Lombardia potrebbero esserci la ex vicesindaco (di Giuliano Pisapia) Lucia De Cesaris e Sergio Scalpelli, brillante manager col pallino dell'editoria e della politica (è stato un ottimo assessore comunale fra il 1997 e il 2001). Altro nome che circola, quello di Marco Ghetti, che è stato fra gli organizzatori della manifestazione milanese pro Draghi prima della definitiva crisi dell'esecutivo guidato dall'ex presidente Bce.
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