"Più sanità territoriale e portale delle Poste per prenotare i vaccini"

Nuove mosse anti-Covid su vaccini e zone. La Regione rinvia le operazioni non urgenti

"Più sanità territoriale e portale delle Poste per prenotare i vaccini"

La sanità territoriale deve essere rafforzata. Nessuno, finora, l'aveva detto con questa chiarezza a Palazzo Lombardia. Lo ha detto ieri Letizia Moratti, vicepresidente della Regione e assessore al Welfare, ospite a «Mezz'ora in più» su Rai 3: «Quella che in Lombardia andava (e va) rafforzata - ha dichiarato Moratti - è la medicina territoriale. Una presa in carico dei pazienti più vicina al territorio, una regione che così diventa meno ospedalocentrica». L'intervistatrice Lucia Annunziata ha subito tradotto il tutto con «eccesso di privatizzazione», ma l'assessore ha immediatamente precisato che la «libertà di scelta» in questa Regione resta «un vantaggio» e che il punto è un altro: il territorio. «In Lombardia - ha spiegato Moratti - ci sono delle assolute eccellenze. Ancora in questi giorni continuiamo ad averne prove, come il sequenziamento di una variante unica al mondo fatta dall'Università di Varese e dal San Raffaele. Siamo in fase 1 per la produzione di un vaccino studiato dall'Università Bicocca». Il punto è una presa in carico sul territorio. Questa sarà una delle sfide da affrontare nella riforma sanitaria, alla quale il centrodestra si avvia con spirito di apertura verso le opposizioni, che a loro volta si apprestano a dare un contributo, a parte le prevedibili polemiche di facciata.

Non si è tirata indietro, Moratti, neanche sui disguidi nelle prenotazioni sul portale regionale. «Purtroppo ci sono state disfunzioni nel nostro sistema - ha ammesso - D'accordo con il presidente Fontana, ho voluto cambiare piattaforma e passare a Poste italiane». «Ho sentito Bertolaso e l'ad di Poste per accelerare - ha aggiunto - ed entro 10 giorni dovrebbe essere a regime. Hanno un sistema più evoluto basato sul cloud: sono sicura che con questo sistema le criticità saranno superate».

Sabato in Lombardia le vaccinazioni sono state 17.974 (13.504 prime dosi e 4.470 seconde). Agli over 80 ne sono state somministrate 6.584, agli under 80 11.390. Dal 18 febbraio i vaccini agli over 80 sono arrivati a quota 126.404, quelli complessivi a 266.350. A ieri mattina alle 10 le adesioni alla campagna erano 722.114 (574.375 over 80, 13.263 fra 60 e 79 anni - nei Comuni a rischio - e 134.476 di personale scolastico).

Con una vaccinazione che va a rilento in tutta Italia a causa della penuria di dosi, grande fermento si registra sull'approvvigionamento dei vaccini e sull'ipotesi di una produzione «autarchica». Al momento dell'insediamento, l'assessore aveva verificato la disponibilità di aziende locali. «Avevo trovato difficoltà all'inizio - ha rivelato - ma ho riprovato e a distanza di un mese ho trovato un'apertura. Sono felice che il ministro Giorgetti abbia preso in mano questa decisione, sono convinta che la produzione su licenza potrebbe essere utile, così come la produzione di vaccini italiani».

Critiche invece all'Ue e alle sue lentezze: «Per quanto riguarda il vaccino russo - ha detto - ancora una volta purtroppo vediamo la lentezza dell'Ema. Solo adesso partirà, nelle prime settimane di aprile, una missione con Aifa per verificare le modalità con cui viene prodotto». E la delusione della Regione investe anche la presidente della commissione europea: «Sono dispiaciuta e anche un po' arrabbiata - ha detto in pratica Moratti riferendosi a Ursula Von Der Leyen - ma sono molto soddisfatta che il presidente Draghi abbia bloccato le dosi di Astrazeneca che dovevano andare in Australia. La solidarietà mondiale non deve essere messa in dubbio, ma in questo momento l'Europa ha esagerato».

Ieri il tasso di positività dei tamponi è salito al 10,3%. E i ricoverati in terapia intensiva sono aumentati: 18 in più.

Per fronteggiare la pressione di ricoveri, ieri, la Regione ha inviato una circolare agli ospedali per raccomandare la riorganizzazione dell'attività operatoria garantendo (solo) gli interventi urgenti e quelli oncologici e rimandando quelli programmati «per preservare posti letto». Ma ha garantito che «al momento non sussistono» «situazioni emergenziali».

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