Il piano energia già slitta ma incassa proteste e sfottò

Sala: "Indicazioni, non ordinanze o servono controlli". Il Pd contesta l'ipotesi di chiudere le piscine la mattina

Il piano energia già slitta ma incassa proteste e sfottò

«Non vogliamo fare azioni che possono essere di immagine ma danno risultati scarsi. Stiamo costituendo un gruppo di lavoro con A2A e Politecnico e Comune per arrivare nel giro di una settimana a una proposta di soluzioni da adottare» aveva annunciato il sindaco il primo settembre. Ma i tempi si allungano. Ieri Beppe Sala ha riunito il tavolo e ha spiegato al termine che «Poli e A2a hanno fatto delle proposte che partono da analisi tecniche dei consumi ma bisogna che ci lavoriamo altri tre o giorni, per uscire con delle proposte di buonenso». Se ne riparla (forse) la prossima settimana. Alcune riguarderanno direttamente il Comune, dal funzionamento degli uffici (Sala ha ipotizzato giorni fa lo smart working il venerdì per i dipendenti che non sono impiegati in servizi aperti al pubblico) o l'illuminazione pubblica, altri «si riflettono su altre attività come il commercio e vanno condivise, serve qualche giorno di pazienza». Confcommercio Milano ha già alzato paletti sulla chiusura delle porte dei negozi se hanno già installato le lame d'aria e dubbi sull'utilità di spegnere vetrine e insegne un'ora prima. «Dall'analisi del Politecnico, per ottenere qualche risultato bisogna intervenire un po' su tutti i livelli» precisa Sala. E «stiamo ipotizzando vari piani di azione a seconda della gravità della situazione». Detto questo, esclude ordinanze, il Comune si limiterà a dare delle indicazioni, «perché se si immagina di fare qualcosa di estensivo sulla città non esiste nemmeno la capacità, la forza di controllo». Imporre obblighi e divieti implica controlli e sanzioni. Infine si lavora su una serie di «consigli utili» alle famiglie per risparmiare su consumi elettrici e gas, «ci sono elettodomestici diversi e usi diversi».

Il piano che ancora non c'è raccoglie già le critiche (sarebbe meglio dire sfottò) del capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi. Titolo del post su Facebook: «L'incubo di Putin». Se queste, scrive l'ambientalista alleato con il Pd in Comune, «sono le misure le misure per il risparmio energetico a Milano siamo fritti. Luci dei negozi spente alle 23 invece che alle 24, concentrare lo smart (che già c'è) al venerdì, il vademecum dei consigli della nonna. Ma servono regole, non suggerimenti. Comunque, grazie al solo annuncio parte delle truppe russe stanno tornando a casa...».

La consigliera Pd Alice Arienta contesta invece l'ipotesi già circolata di chiudere mattina o ritardare l'apertura delle piscine comunali. «Stiamo valutando - ha spiegato ieri Sala -, non dobbiamo immaginare di farlo oggi ma sappiamo dalle analisi cge se dovessimo andare verso una situazione molto grave al limite si può chiudere la mattina perchè l'utilizzo è più limitato, la maggior parte dei corsi è al pomeriggio». L'ipotesi di chiusura mattutina è stata anticipata nei giorni scorsi dall'assessore allo Sport Martina Riva. «Mi permetto di dissentire con lei - spiega la Pd Arienta -. La questione caro bollette non la possiamo risolvere chiudendo gli impianti ma aprendo una riflessione più larga su come gestire il caro prezzi e lo sport a Milano. Lo sport, come la cultura, non può e non deve essere considerato un'attività superflua o accessoria ma fondamentale, di tipo sociale, ricreativo ed educativo. Oltretutto ogni euro investito in sport di base è un euro investito in prevenzione dal punto di vista sanitario. Non commettiamo gli stessi errori della pandemia penalizzando sport e cultura.

Studiamo le fasce orarie, teniamo un tetto agli orari piuttosto, coinvolgiamo anche gli operatori privati nella riflessione per far si che ogni eventuale sacrificio o riduzione sia condiviso e non vada a penalizzare solo alcune fasce come anziani, bambini, redditi bassi. Mettiamo in campo soluzioni nuove per mantenere l'obiettivo di sport per tutti, davvero».

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