Più uomini, più tecnologia, più attenzioni. Parte col piede giusto il rapporto fra Milano e il nuovo ministro dell'Interno. A due settimane dal giuramento, Matteo Piantedosi ha deciso che la sua prima uscita fosse questa, e che avesse questo tenore: è arrivato a Palazzo Diotti per presiedere il Comitato per l'ordine e la sicurezza, durato un'ora in più del previsto, e alle 13.30 ha fatto il punto, davanti ai giornalisti e accanto al sindaco, Beppe Sala, che alla vigilia aveva chiesto 500 uomini in più per le forze dell'ordine. La risposta è stata sostanzialmente positiva: «Ho detto al sindaco che non mi piace dire cifre che poi vanno calibrate secondo tempistiche e altro - ha spiegato il ministro - Ho detto che sicuramente il numero che mi ha chiesto di 500 uomini è un punto di riferimento che terremo in debita considerazione». «Nell'implementazione degli organici - ha aggiunto - chiederemo sicuramente attenzione particolare su Milano e sulle aree metropolitane. L'attenzione dovuta. Dobbiamo anche fare evolvere il concetto di ordine pubblico che si avvale solo del numero di uomini: esistono tecnologie».
Quindi non solo organici, ma strumenti per rendere più concreta l'azione forze di polizia. Ma, al di là degli uomini, tutto l'incontro ha dato l'impressione di essere stato produttivo e disteso, nonostante le opposte sponde politiche dei suoi protagonisti principali, il sindaco e - appunto - il ministro, che in passato - nominato prefetto - come primo incarico era stato destinato a Lodi. «C'è la massima collaborazione perché conosco il ministro Piantedosi da esperienze precedenti» ha detto Sala. Il ministro ha parlato di «una discussione molto proficua», che «molto oltre le discussioni di cortesia». «Abbiamo spaziato dai problemi di città e provincia alla gestione dell'ordine pubblico» ha sottolineato ma anche della «importante azione sul territorio milanese per quanto riguarda le occupazioni abusive di immobili», portata avanti con «attenzione per la legalità ma anche per la vulnerabilità sociale».
Il ministro si è impegnato a prestare particolare «attenzione alle aree metropolitane creando un forum dedicato nell'ambito del comitato». «Per questa prima uscita - ha spiegato infatti - ho scelto Milano per l'importanza che riconosco a questa città. È l'altra grande area metropolitana del paese dove si concentrano le agende e il portafoglio del ministro dell'Interno».
Sugli sgomberi degli alloggi occupati abusivamente, ha sintetizzato che «il recupero della legalità, ma con attenzione ai problemi e alle vulnerabilità, sarà l'orientamento che arriverà anche da Roma rispetto a quello che si farà anche qui a Milano», e il prefetto Renato Saccone ha ricordato i numeri delle operazioni: a Milano «al primo gennaio 2019 c'erano 4.491 alloggi Erp occupati, oggi 3.
607, è un percorso», ha detto. E via Bolla - ha annunciato - è il primo intervento di sistema nell'edilizia residenziale pubblica» ed «è un intervento che va avanti tutti i giorni ma non fa notizia perché non ha portato problemi di ordine pubblico».
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