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In piazza della Scala lo stile italiano di Luca Beltrami

In piazza della Scala lo stile italiano di Luca Beltrami

«Nella città che s'avvia a diventar metropoli...» scriveva Luca Beltrami, che a cavallo tra Ottocento e Novecento compì importanti trasformazioni urbanistiche del centro storico, tra cui era compresa anche la nascita della Banca Commerciale di Piazza della Scala. Qui, alle Gallerie d'Italia (oggi Intesa SanPaolo), è in mostra un itinerario storico e fotografico dal titolo «Lo stile italiano. Luca Beltrami per la Banca Commerciale Italiana», un'esposizione e un itinerario accompagnati da un catalogo edito da Hoepli (a cura di Serena Berno e Barbara Costa), aperti fino al 13 aprile con visite gratuite alla mostra e all'edificio. Ingresso gratuito e lunedì chiuso. Beltrami 1854-1933 è stato un architetto di fama internazionale, storico d'arte e dell'architettura, progettista, restauratore, museografo, professore a Brera e al Politecnico, disegnatore, incisore e collezioinista, fu persino un uomo politico di spicco. Una volta laureatosi nel 1875 al Politecnico di Milano (Boito fu il suo grande Maestro), si iscrisse all' Ecole des Beaux Arts a Parigi dove due anni più tardi lavorò a fianco di Garnier per l'Operà e per l'Hotel de Ville.
A Roma in Vaticano realizzò la splendida Pinacoteca e altri lavori che rimasero pressochè incompiuti e a Milano diede il massimo di se stesso costruendo la palazzina Permanente, la Sinagoga Guastalla, Il Corrire della Sera di cui per un anno fu azionista e condirettore (perchè fu anche un buon giornalista e uno scrittore tenace). Si occupò della Certosa di Pavia, del Duomo di Monza e realizzò edifici anche a Roma, Bergamo, Cagliari e Marsiglia. Ma torniamo a Piazza della Scala che ideò e riprogettò da cima a fondo incluso i giardini e i bei lampadari a piloni fusi dal fabbro Mazzucottelli, suo inseparabile artigiano. Si occupò anche di ricostruire mezzo palazzo Marino e di restaurrare la parte rimasta mezza in piedi mantenendo l'impianto originale, ossia quello del Palazzo dei Marino i signori banchieri di Genova, dove visse la Monaca di Monza prima di andare in convento a Monza, come scrisse il Manzoni. Nel fronte prospicente la Banca Commerciale, progettò anche la ragioneria Centrale ancora oggi funzionante. In mostra si possono vedere fotografie e filmati provenienti da molti archivi e un video reaalizzato da Nexo dove si vedono tutti gli inteventi urbanistici di Milano. Non mancano le trasformazioni del nuovo assetto di Piazza del Duomo e della Galleria Vittorio Emanuele e tutto il Cordusio.
La mostra si articola in due sezioni: la prima riguarda la demolizione del'edificio del 1905 e 1906 e la seconda la ricostruzione del vecchio edificio su basi completamente nuove, più articolata e dai locali prestigiosi che davano una sensazione di sicurezza e opulenza come doveva avere una banca di rispetto, non come oggi che tante banche sembrano degli uffici delle Asl con i clienti messi in vetrina e piene di manifesti.Achille Ferrario, Luca Cornerio e Gigi Bassani secondo un approccio personale coevo alll'architettura di Beltrami hanno scattate le loro immagini e di contrasto sono esposte anche quelle sempre dell'edificio, realizzate da Gabriele Basilico.

Al centro della sala si trova il «tavolo dell'architetto» con la riproduzione dei disegni dei progetti originali conservati nell'Archivio Storico di Impresa SanPaolo che mostrano l'impegno progettuale di Beltrami anche sul piano del particolare del dettaglio decorativo e su quello funzionale ivi compresi i i termosifoni e i canali della luce e le lampade.

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