Piscina chiusa agli uomini Serve alle donne islamiche

Partito ieri il corso voluto dai musulmani: per un'ora entra solo personale femminile. Forza Italia presenta un esposto al prefetto

Piscina chiusa agli uomini Serve alle donne islamiche

Niente nuoto, siete uomini. Da ieri la piscina comunale «Olimpia» a Sesto San Giovanni è chiusa nell'ora in cui si tiene un corso riservato alle sole donne. Il corso è stato chiesto dalla comunità musulmana locale e occupa l'impianto solo un'ora a settimana: un'ora al lunedì mattino. Concretamente, non si tratta di un gran disagio ma il problema è simbolico e l'iniziativo non piace per niente a Forza Italia, che ha presentato un esposto al prefetto giudicandola «illegittima».

«L'impianto di via Marzabotto - spiega Roberto Di Stefano, che degli azzurri è capogruppo, oltre che vice presidente del Consiglio comunale - vede impiegare solo personale femminile nelle ore dei corsi, vietando totalmente l'accesso agli uomini». «L'iniziativa organizzata dalla società sportiva Geas Nuoto presieduta dall'ex sindaco di Sesto San Giovanni, Giorgio Oldrini - spiega Di Stefano - ha come intento quello di favorire l'integrazione delle credenti di fede musulmana permettendo così loro di accedere a un impianto, che di solito è aperto al pubblico, per obbedire ai dettami del Corano.

Il capogruppo di Forza Italia Roberto Di Stefano denuncia «la complicità anche del primo cittadino, Monica Chittò». «Nonostante le numerose segnalazioni ricevute - fa sapere Di Stefano - ha fatto spallucce senza però garantire il rispetto della Costituzione italiana che tra i principi fondamentali all'articolo 3 prevede come “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzioni di sesso”».

Il capogruppo di Forza Italia ha depositato un esposto, indirizzandolo al prefetto di Milano e al ministro dell'Interno, per «segnalare i comportamenti» tenuti dal presidente del Geas Nuot, l'ex sindaco Giorgio Oldrini, e dal suo successore Monica Chittó, attuale sindaco. Secondo lui sono «illegittimi» dal momento che i due, nelle loro attuali qualità di dirigente dell'associazione e di amministratore pubblico, sarebbero «responsabili di non aver garantito il rispetto di uno dei principi fondamentali sanciti nella costituzione della Repubblica Italiana». «Forse il sindaco finge di non ricordare che la nostra Costituzione è sacra – spiega Di Stefano - e che è nata attraverso lotte, vittorie e conquiste portate avanti dalla voglia di democrazia sia di donne che di uomini che hanno sacrificato la loro vita per raggiungere la libertà. Chi desidera far parte della nostra società deve rispettare gli insegnamenti e le leggi che ci hanno tramandato i nostri avi. E lo stesso discorso – conclude il capogruppo di Forza Italia - deve essere considerato da chi governa Sesto. Invece, da oggi, non è così».

«Nella piscina di via Marzabotto - secondo Di Stefano - si assiste alla classica situazione di discriminazione al contrario». «Sono veramente allibito dall'atteggiamento buonista di chi ha promosso questa iniziativa e di chi l'ha avvalorata - dice - perché non riescono a capire che stanno promuovendo una ghettizzazione mascherandola da provvedimento progressista e d'integrazione». «Pur rispettando il fattore religioso e culturale – precisa il capogruppo di Forza Italia - trovo sconsiderata la promozione di un'iniziativa che impone la chiusura di una struttura pubblica agli uomini, seppur per poche ore. Se avessero scelto un impianto privato non avrei avuto niente da dire ma qui si tratta di un impianto pubblico».

Secondo Di Stefano, lui non è il solo a non averla presa bene: «Come me molti cittadini sestesi, compresi quelli che frequentano la stessa piscina Olimpia, che ora chiedono chiarimenti al primo cittadino per una presa di posizione che appare ai più liberticida e discriminatoria nei riguardi dei sestesi stessi».

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