Politiche fallimentari, Pisapia ne risponda

di Carlo Maria LomartireOra, dunque, è sperimentalmente dimostrato che l'Area C, principale strumento anti-traffico e anti-smog della giunta Piasapia non serve a niente. Non riduce il traffico che, come tutti quotidianamente constatiamo, viene solo spostato, privilegiando il centro storico; non riduce la concentrazione delle micidiali polveri sottili che - ne abbiamo avuto conferma in questi giorni - è indipendente dal numero di veicoli in circolazione. Ma neppure è esatto dire che l'Area C sia assolutamente inutile, giacché a Palazzo Marino a qualcosa serve: a fare cassa. Finora ha reso al Comune 100 milioni di euro in ticket e 120 in multe. Niente male, vero? Certo, da buoni cittadini dovremmo compiacerci del fatto che l'amministrazione trovi un modo formalmente ineccepibile di aumentare le entrate. Ma in questo caso si tratta di una specie di elegante raggiro, giacché ci viene propinata un'altra tassa senza chiamarla così. Ma c'è di peggio: mentre, appena arrivati a Palazzo Marino, per prima cosa aumentavano del 50% il prezzo del biglietto di tram e metrò, ci raccontavano che, insieme a quell'aumento, il ricavato del nuovo balzello sarebbe stato destinato al trasporto pubblico. Ebbene, niente di tutto questo si è visto, solo tante biciclette, tanto car sharing che al Comune non costa un centesimo qualche pista ciclabile e nient'altro. Di questa promessa non mantenuta abbiamo il diritto di chiedere conto alla giunta arancione, ricordando loro che i prolungamenti delle prime tre linee del metrò e la realizzazione della M5 erano già stati decisi, progettati e finanziati dalle precedenti giunte di centro-destra, mentre quella attualmente in carica, accanita fan del trasporto pubblico, è stata capace solo di bloccare i lavori della M4, lasciando ancora per anni e proprio durante Expo l'aeroporto di Linate vergognosamente senza metropolitana. A questo punto però il quesito diventa: se il ricavato dell'odioso balzello non è stato destinato all'impiego promesso, che fine hanno fatto quei soldi? Abbiamo il diritto di saperlo.

Così come abbiamo il diritto di chiedere conto al sindaco Pisapia e al suo ineffabile assessore all'Ambiente Pierfrancesco Maran del totale fallimento della loro politica ambientale, sulla quale si è fondata la loro propaganda elettorale e il loro programma di governo della città.

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