Protesta per lo stallo BikeMi Nel cantiere a fuoco la ruspa

L'esasperazione per la guerra alle automobili intrapresa dalla giunta arancione ha estenuato qualcuno a tal punto che nella notte ha provato a incendiare una ruspa al lavoro in via Juvara. Non bastavano l'Area C, la cancellazione di posteggi gratuiti in favore di quelli a pagamento, le piste ciclabili discusse dagli stessi ciclisti e molte altre iniziative dell'amministrazione in tema di mobilità. Nelle ultime settimane anche le stazioni del bikesharing si moltiplicano dove prima si poteva lasciare la macchina.

Uno di questi cantieri è stato così oggetto di un piccolo attacco notturno, i responsabili sono probabilmente persone che vivono nella zona o qualcuno esausto dopo cinque anni di guerra da parte del Comune. E non sono i soli: ieri mattina alcune decine di persone hanno bloccato il cantiere proprio perché sono stufi di veder sparire parcheggi senza la proposta di un'alternativa. Una protesta molto civile, ma decisa. E che è il segno dell'insofferenza dei milanesi nei confronti di queste politiche e non solo: «Dovrebbero interpellare almeno il Consiglio di zona – attacca Rita Cosenza di Destra civica – per applicare davvero la partecipazione tanto sbandierata da Pisapia: vogliamo che i cittadini possano dire la loro in Consiglio di zona». Nell'assise di zona sembra dunque che nessuno ne sapesse niente. Un motivo in più per arrabbiarsi se si abita in quel quartiere.

Ma la questione è più ampia: come nel caso delle nuove strisce blu disegnate anche davanti agli scivoli per disabili, anche questa volta non è tanto l'installazione delle stazioni per bici a infastidire, ma la maniera in cui viene eseguito il lavoro.

Andrea Pellegrini, consigliere di zona 9 in quota Lega Nord, ha contestato proprio questo aspetto sul suo sito internet Farebicocca: «Un'iniziativa senza dubbio interessante per i fruitori del servizio, ma l'installazione delle rastrelliere nelle varie zone della città dovrebbero essere collocate dopo un'attenta e puntuale analisi del territorio affinché una bella iniziativa non diventi motivo di contestazione».

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