Quegli incontri di Sala con la comunità cinese

Giuseppe Sala ha invitato i leader della comunità cinese domenica 31 gennaio alle 4, nella sede del suo comitato elettorale, in via Casati

Quegli incontri di Sala con la comunità cinese

Stando a quanto riportato da alcuni dei siti di riferimento della comunità cinese a Milano, Giuseppe Sala ha invitato i leader della comunità domenica 31 gennaio alle 4, nella sede del suo comitato elettorale, in via Casati. Il giorno prima, Giuseppe Sala aveva rifiutato di incontrare i responsabili di “Vivi Sarpi”, l’associazione di italiani residenti nei pressi della Chinatown milanese, che da anni si batte contro il degrado della zona, attribuito proprio alle attività commerciali cinesi. Il gesto di Sala è stato considerato un “ottimo segnale” dai cinesi di Paolo Sarpi. Oltre al candidato sindaco, anche la deputata Milena Santerini si è resa disponibile ad ascoltare opinioni e richieste dei cittadini cinesi di Milano. Durante l’incontro, Sala si sarebbe presentato non come un politico, ma come un manager d’impresa, candidatosi per senso di responsabilità nei confronti della città che ama. Fermamente convinto della politica di accoglienza, comprensione e tolleranza, Sala avrebbe anche dichiarato il suo particolare interesse nei confronti dei valori e delle capacità dei cinesi, chiedendo il loro sostegno alle primarie del 6 e 7 febbraio. Sempre stando alle fonti, non sarebbe da escludere la candidatura dell’imprenditore Hu Xiao Bing al consiglio comunale di Milano. Proprio qualche giorno prima, Hu e Zhou Bin (altro esponente della comunità cinese), avevano discusso insieme ai rappresentanti delle varie associazioni sulla possibilità di mobilitare i cittadini cinesi in occasione delle primarie del centrosinistra. Esito dell’incontro è stata una proposta scritta in cui si attribuiscono le difficoltà delle attività cinesi alla mancanza di una rappresentanza politica. Rappresentanza identificata proprio nella figura di Giuseppe Sala, l’unico che, secondo i cinesi, ha i requisiti necessari: ascoltare le loro richieste, proteggere i loro interessi, migliorare la loro condizione.

Così, in virtù del detto “dammi una pesca, ti rendo una prugna” (una cortesia ne richiede un’altra in cambio), nei giorni successivi all’incontro, la comunità cinese ha deciso di ricambiare le attenzioni del candidato sindaco organizzando una mobilitazione di massa in suo sostegno. Sui portali internet e sui social network utilizzati dai cinesi a Milano, si trovano numerosi post con indicazioni e incoraggiamenti a utilizzare al meglio questa grossa opportunità. “Noi cinesi dobbiamo votare tutti insieme Giuseppe Sala e far vedere agli italiani la nostra forza elettorale. Solo così potremo fare in modo che anche gli altri politici diano importanza alle nostre richieste. Questa sarà la prima volta che la comunità cinese prende un’iniziativa politica. Dopo di ciò, faremo sentire a tutti la nostra voce, finora inascoltata. Il nostro obiettivo è sostenere unitamente il candidato Sala, perché solo lui è quello appropriato ai nostri interessi. Votare non è solo un diritto, ma anche un dovere. Tutti i cittadini cinesi in possesso di un permesso di soggiorno possono partecipare alle primarie. C’è un sindaco che vuole ascoltare le nostre richieste, che vuole portarci benefici, allora sarà il nostro Vangelo.” “A Milano ci sono circa trentamila cinesi, un numero considerevole. Mobilitare tutti i cinesi e farli a votare è una priorità. Alcuni non sanno niente a riguardo bisogna delegare i rappresentanti delle associazioni e far informare tutti i loro contatti, dando chiare indicazioni su come votare e al nome da indicare sulla scheda. In secondo luogo, bisogna parlarne con qualunque cinese: parenti, amici, sconosciuti, bussando alle porte, telefonando, via messaggi. […]. Considerata la ristrettezza dei tempi, bisogna agire subito, in modo che l’impresa riesca.” E ancora: “Possiamo prevedere che se Sala diventa sindaco ci saranno molte più opportunità per noi cinesi.” Sul web e sui social network giravano anche precise indicazioni, corredate da immagini, su come individuare il seggio e come votare: “Arrivati al seggio, dovrete compilare un semplice modulo, pagare due euro a testa e segnare Sala tra i quattro candidati”.

Non mancano, poi, i commenti alle indicazioni di voto, divisi come spesso accade sul web, tra chi scherza e chi si prende troppo sul serio: “Prima Milano, poi tutta l’Italia”, “Se lo voto, mi mette i quiz per la patente in cinese?”, e infine: “Ma dobbiamo pure dargli due euro?”.

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