Quegli inutili controlli del giorno dopo al tribunale di Milano

Rafforzati i controlli: file agli ingressi. Ma niente misure straordinarie

Quegli inutili controlli del giorno dopo al tribunale di Milano

I controlli del giorno dopo. Inutili, ma doverosi. Inutili perché non rimediano alla strage di ieri. Doverosi perché danno un segnale che la lezione è stata imparata. Nella speranza che, una volta sanata la ferita, non si ripiombi nel vecchio andazzo.

Agli ingressi del Palazzo di Giustizia di Milano, varcati ieri mattina da Claudio Giardiello prima di compiere una vera e propria mattanza, sono stati rafforzati tutti i controlli. In via Manara, dall’accesso attraverso il quale sarebbe passato l'immobiliarista mostrando un falso tesserino, si può accedere esibendo tesserini se si è magistrati, avvocati o personale amministrativo. I controlli, a quanto pare, sono più rigorosi e c’è anche un carabiniere che staziona all’ingresso assieme alle guardie della vigilanza privata. All’entrata principale di corso di Porta Vittoria, invece, dove c’è l'ingresso con metal detector riservato al pubblico si è creata una lunga fila lungo la scalinata e anche qua pare che i controlli siano più stringenti. Anche in via Freguglia si è creata una piccola fila all’altro ingresso nella parte riservata al pubblico con metal detector, e in quella per gli operatori e personale i controlli sui tesserini vengono fatti con cura. Così come sta avvenendo nel quarto accesso quello di via San Barnaba.

"È tutto normale - spiega una guardia privata in uno degli ingressi - i controlli procedono come sempre". Secondo un rappresentante dei vertici degli uffici giudiziari, però, questa mattina i controlli sono più stringenti del solito. Per rafforzare le misure di sicurezza dopo la follia metodica di Claudio Giardiello sembra che a palazzo di giustizia abbiano scelto l’understatement: nessuno spiegamento esagerato di uomini o mezzi, ma un’applicazione certosina dei controlli già esistenti, e pazienza se per entrare si perdono dieci minuti in più. La linea sembra quella descritta ieri dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, che nella conferenza stampa dopo la strage aveva definito i sistemi tecnologici «perfettamente funzionanti» e di «errori gravi, ma ancora da accertare» nell’applicazione delle procedure. Un rafforzamento delle procedure, dunque, invece che un rafforzamento massiccio di uomini e mezzi.

Gli avvocati si prestano al rituale senza sbuffare,

proprio come visitatori e legali che accedono dagli altri due ingressi. Il Palazzo di Giustizia di Milano sembra reagire alla follia di Giardiello con praticità spiccia, tutta meneghina. Ma è troppo tardi.

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