L'avevano trovato il 27 dicembre scorso mentre dormiva sul ciglio di una strada a Novate Milanese. Quando gli avevano chiesto cosa facesse e per quale motivo si trovasse lì, però, non aveva saputo dare spiegazioni: si era dimenticato chi era. Ieri mattina, finalmente, dopo una ventina di giorni di buio, il giallo sembra aver avuto un lieto fine. Al centro di accoglienza dormitorio della stazione Centrale, dove l'uomo si era rifugiato stabilmente da qualche settimana e dove ormai per tutti era «Raffaello», ieri si è presentata una donna che sostiene di aver riconosciuto nello «smemorato» il marito, un uomo che risiede a Paderno Dugnano. I carabinieri stanno svolgendo degli accertamenti. Tuttavia sembra sia proprio questa la verità.
Un'età tra i 40 e i 50 anni, capelli corti e castani, occhi scuri, un maglione grigio e una giacca a vento blu, una grossa cicatrice al gomito sinistro e un tatuaggio sul petto che ritrae il segno zodiacale del leone: questo era tutto quello che restava a Raffaello del suo passato e del suo presente. Una visita in ospedale a Monza non aveva evidenziato particolari patologie. «Dall'inflessione sembra milanese, brianzolo, o almeno qualcuno che abita qui da tanto» avevano detto in molti al centro di accoglienza.
Così, convinto di essere vittima di un'amnesia a lungo termine e nel tentativo di poter ritrovare eventuali famigliari e conoscenti e riprendersi in mano la sua vita, il poveretto aveva lanciato un appello al Tg3 regionale.
«Aiutatemi a recuperare l'identità che ho perso» aveva chiesto davanti alle telecamere. E, nei giorni scorsi sui erano presentate diverse persone che, però, non lo avevano riconosciuto. Ieri mattina, finalmente, si è palesata una donna che, senza indugi, lo ha riconosciuto: «È lui! È mio marito!».
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