C'è una storia da raccontare dietro al Requiem verdiano che il direttore Teodor Currentzis porta in giro per il mondo, con tappa venerdì alle 20.30 anche a Milano, unica data nella basilica di San Marco. La storia di un'ammirazione che il compositore aveva per lo scrittore. Due personaggi diversi, il primo a suo modo scettico verso le questioni della fede, il secondo religioso. Ci fu un solo incontro, il 30 giugno 1868. L'incontro con l'«unico santo del suo calendario», come diceva il musicologo Massimo Mila riferendosi al musicista del Va' pensiero. Verdi, stando agli scritti, ne uscì commosso. In seguito rimase anche molto impressionato dalla morte del compatriota, nel 1873. Manzoni, come il compositore, si era impegnato per l'unità di Italia avvenuta pochi anni prima, e condivideva con lui i valori tipici del Risorgimento, di giustizia e libertà. La sua morte gli fornì dunque l'occasione decisiva per realizzare il vecchio progetto, questa volta componendo l'intera messa.
Una storia che ora ritorna al centro con l'occasione della mega tournée di Currentzis partita dalla base a Perm (Russia). Un tour che toccherà tante metropoli europee per concludersi in ottobre nel nuovissimo e avveniristico capannone (The Shed), l'iper-spazio multimediale che si trova a New York.
L'unica tappa italiana è la più importante. Avrà luogo nella culla del capolavoro, quella chiesa di San Marco dove il Requiem vide la luce il 22 maggio 1874 diretto dallo stesso autore. Sulla scena, nel tempio di piazza San Marco, oltre l'orchestra e coro dell'Opera di Perm «MusicAeterna», i solisti Zarina Abaeva (soprano), Varduhi Abrahamyan (mezzo), Dmytro Popov (tenore) e Tarq Nazmi (basso).
L'operazione della star non vuole essere solo un omaggio all'opera e tanto meno porsi a confronto coi grandi che lo hanno preceduto, fra tutti i complessi del Teatro alla Scala guidati dai loro massimi direttori. Vuole farne un evento «unico», da passare alla storia. Il suo «Requiem» verrà filmato proprio in San Marco, con un gigantesco apparato di ripresa video, però con la luce fioca e calda di candelabri accesi. Già, proprio così, due note sulla bacchetta.
Esploso come fenomeno musicale da una manciata d'anni, Currentzis sta scombussolando il mondo della musica classica internazionale per la maniera originale di reinterpretare i classici - sostengono diversi critici - e ogni sua esecuzione sicuramente fa discutere, suscita opinioni controverse.
Direttore di origini greche, 47 anni, il Maestro ha scelto la Russia nel 1990 come sua patria e nel 2004 ha fondato e fatto crescere - nell'isolamento siberiano di Novosibirsk - musicAeterna, ensemble e coro da camera, oggi residente al Teatro dell'Opera e del Balletto di Perm e finanziato dal Ministero della Cultura di quella regione ai piedi degli Urali. Ora il capolavoro verdiano con la sua concezione teatrale e drammatica priva di intenti liturgici, è ora al centro dell'interesse del maestro greco-russo che concepisce ogni concerto e progetto musicale come un rito.
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