Una Santarelli amante nel segno di Marilyn

La storia dice che per colpa di quella scena un amore finì. Nacque un'icona, ma si ruppe un incantesimo. La folata d'aria malandrina che saliva dalle grate della metropolitana alzava la gonna di Marilyn, marchiando a fuoco il '900 cinematografico. E al contempo mandava in frantumi il matrimonio tra la diva più desiderata di tutte e il geloso campione di baseball Joe Di Maggio, presente sul set e costretto a contare gli sguardi famelici degli uomini, centinaia, accorsi in strada per il mitico ciak. Oggi – 57 anni dopo quella scena e soprattutto quella commedia capolavoro di Billy Wilder - «Quando la moglie è in vacanza» torna sotto i riflettori, su di un palcoscenico, nella versione teatrale originale che esordì a Broadway nel 1952, scritta da George Axelroad. Qualcosa di molto diverso dal celebre film e difatti, tanto per cominciare, quella gonna che si alza non ci sarà. Per scelta artistica del regista Alessandro D'Alatri (non a caso un un cinematografico, esordiente in teatro) e forse anche per un pizzico di scaramanzia: anche la «Marilyn» in scena al Teatro Manzoni fino al 16 febbraio, Elena Santarelli, è un bellissimo esemplare di donna, e anche lei, guarda un po', è legata a un campione dello sport, l'ex calciatore Bernardo Corradi, che sposerà a giugno prossimo e col quale ha avuto un bambino di nome Giacomo. Dunque la showgirl e modella di Latina, che con D'Alatri recitò nel film «Commediasexi» e qui esordisce sul palcoscenico, girerà per le strade della città in jeans attillati (e chi si lamenta...), e per di più in moto. E a proposito, la città non è New York bensì Roma, e a scorrazzarla non ci sarà il goffo americano medio interpretato sullo schermo da Tom Ewell bensì quel piacente romano doc che è Massimo Ghini. Tutto cambia, dunque. Ma il meccanismo di quel «prurito del settimo anno», che è poi il titolo originale dell'opera, resta immutato. Proprio perché paradigmatico. «Il testo originale – spiega Ghini – era più esplicito del film. In teatro, infatti, il tradimento si consuma. Io interpreto uno di quegli intellettuali radical-chic con casa piena di libri e vista sul cuore di Roma, mentre la ragazza, che per tutta la storia non avrà un nome, viene dalla provincia laziale». A spiegare tutta la storia è il tema dell'ipocrisia. «Riccardo, cioè io, fa di tutto per conquistare questa splendida femmina capitatagli in casa ad agosto mentre sua moglie è al mare con i figli – spiega Ghini - E quando, pur combattendo con sé stesso, ottiene ciò che vuole, si giustifica e ritorna all'ovile....».

Elena Santarelli è la sorpresa dello spettacolo: fresca e spontanea, a suo agio accanto a un veterano come Ghini: «Il confronto con Marilyn non lo sento – spiega – perché l'ambientazione e l'epoca sono del tutto differenti. Non ho rivisto il film di recente e, se proprio devo dirlo, il fascino di Marilyn non si tocca ma quanto a vita privata non mi sento di prenderla a esempio».

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