Anche la Milano della cultura, spettacoli e moda «chiude» a causa dell'allarme Coronavirus. Le misure decise dai vertici della città e della regione - ma non solo - hanno fatto calare il sipario un po' ovunque, a partire da due tra i templi più importanti, la Scala e il Piccolo Teatro. Non si contano le pièce saltate, le proiezioni cinematografiche rimandate, le mostre, itinerari museali e incontri stoppati.
Ieri, anche la mossa del Piermarini che, attraverso i più diversi canali, dai quelli mediatico-tradizionali ai social, ha comunicato la sua linea in attesa dell'ordinanza. Il messaggio è stato affidato al cartello appeso su uno dei portoni di ingresso: «Si comunica che in relazione all'evolversi della diffusione del Coronavirus le rappresentazioni del Teatro alla Scala sono sospese a titolo cautelativo in attesa delle disposizioni delle autorità competenti». Niente concerto, che era stato annunciato, il recital del soprano Aleksan Kurzak.
La chiusura - momentanea - della attività è generalizzata, sempre più vasta. Galleria di serrate: teatri, musei e cinema. Fin dal mattino. Ecco la Pinacoteca di Brera, i visitatori a un certo punto sono stati invitati a uscire appena arrivata l'ordinanza regionale. Il museo delle Gallerie d'Italia, privato, ha chiuso i battenti; il Museo del Novecento, pubblico, era in funzione ma - spiegavano all'ingresso - «aspettiamo le disposizioni». Tutto così, dappertutto.
In centro città meno gente, visitatori, turisti e non; piazza del Duomo poco affollata come poche volte. Anche davanti alla cattedrale, fila meno lunga del solito, tante persone con mascherina, poi l'arrivo di un annuncio: il Duomo resterà chiuso al pubblico «in via cautelativa» in attesa «di ulteriori e più dettagliate disposizioni da parte delle autorità competenti». In particolare: la Veneranda Fabbrica ha comunicato «la chiusura ai turisti nelle giornate del 24 e del 25 febbraio» con la sospensione delle celebrazioni religiose. L'area riservata alla preghiera «resterà regolarmente aperta secondo le consuete modalità di accesso» e «la celebrazione eucaristica delle ore 8 sarà comunque trasmessa su Chiesa tv e in streaming su www.chiesamilano.it, come di consueto, ma senza concorso di popolo». Altro settore colpito i cinema cittadini. Due passi per capire.
L'Odeon in via Santa Redegonda, alle spalle del Duomo, era aperto; i cassieri: «Aspettiamo disposizioni, qualche coraggioso che viene c'è, anche con bambini, ma meno del solito». Una città ovattata. Nelle stanze del governo si discuteva e si decideva. Il sindaco Giuseppe Sala, durante la conferenza in Prefettura, ha raccontato anche che lo stilista Giorgio Armani lo ha chiamato a mezzanotte per dirgli che avrebbe fatto la sua sfilata a porte chiuse, così come Laura Biagiotti. Non solo.
Chiusure pure per le esposizioni e i musei, anche questi luoghi di aggregazione notevole. La direzione del Museo della Scienza «Leonardo Da Vinci» ha chiuso alle ore 15 e sospeso le visite. Analogo provvedimento è stato adottato dalle Gallerie d'Italia, in piazza Scala. Tra quelli che hanno «resistito» in attesa di disposizioni il Mudec e il Museo di Storia Naturale. L'ordinanza ha messo tutti «d'accordo». «Si prevede in Regione la chiusura dalle 18 dei luoghi commerciali di intrattenimento e svago, come discoteche, pub, cinema.
In generale i luoghi con grandi assembramenti. Evitiamo che tante persone si accalchino in un solo posto», ha affermato l'assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, nel corso della conferenza che è stata convocata a Palazzo Lombardia.
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