Il sindaco spinge per un moderato ma i Democratici non sono uniti

Giulio Cavalli, consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, è stato il primo a candidarsi a sinistra per la successione a Formigoni. Ma non tutti nel suo partito sembrano propensi ad appoggiarlo. E dal momento che in consiglio regionale sono solo in due non è difficile capire di chi si tratta. Ovvero Chiara Cremonesi e di riflesso Daniele Farina, suo fidanzato nonché segretario cittadino di Sel. Tra i due consiglieri regionali non è mai scoppiato l'idillio, neppure quando nel 2011 Cavalli decise di abbandonare il gruppo dell'Italia dei Valori per passare a Sel. Lo scontro non è per nulla personale ma di strategie politiche. La Cremonesi, da sempre vicina al sindaco Giuliano Pisapia, vorrebbe che Sel appoggiasse la candidatura di Fabio Pizzul al punto di aver in più di una occasione parlato apertamente di «primarie inutili». Da parte sua Cavalli, che gode l'appoggio di Nichi Vendola e del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, in arrivo a Milano per sostenerlo, non ha mai fatto mistero della necessità di rompere con l'idea del candidato «cattolico e moderato». E dalla sua gode di simpatie che svariano da Sel al Pd all'Idv. La sua attività teatrale e antimafia – vive sotto protezione dei Carabinieri dopo una serie di attentati e minacce da parte delle ‘ndrine – gli ha concesso notorietà e consensi che rischierebbero seriamente di impensierire la candidatura di Fabio Pizzul e quegli interessi ed equilibri che all'interno del Pd lombardo sembrano più delicati che mai. In attesa che Vendola arrivi a Milano per ribadire il suo sostegno a Cavalli e richiami all'ordine i dissidenti, Pizzul non si scompone più di tanto e accoglie volentieri l'appoggio dell'ala più radicale di Sel: «Se è così sono lusingato». Giocando ancora a carte scoperte il “candidato delle parrocchie”, come qualcuno nel suo schieramento lo ha ribattezzato scherzosamente, attende che da Roma il Pd si pronunci ufficialmente. Ma sembra ormai chiaro che Bersani si affidi interamente al coordinatore regionale Martina e all'opinione di Pisapia, che ha interesse affinché al Pirellone approdi un presidente «di comodo» che non infici i buoni rapporti fin qui esistiti tra i due palazzi. Intanto domani tocca a Renzi e due giorni dopo al direttivo regionale di Sel. Le primarie potrebbero trasformarsi in uno scontro fratricida. Non sono in pochi infatti quelli che attendono il momento più opportuno per scendere in campo.

E molti altri credono che Pizzul non farebbe vincere il centrosinistra. Non solo Civati ma anche il coordinatore provinciale Pd Roberto Cornelli. Pronti a dar battaglia perché di candidatura unica non ne vogliono proprio sapere. Di perdere ancora meno.

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