Sinistra bocciata in periferia: Sala fa il tagliando alla giunta

Entro venerdì vertice e nuovo assessore alla Sicurezza. Palazzo Marino accelera il recupero dei quartieri

Sinistra bocciata in periferia: Sala fa il tagliando alla giunta

Il sindaco continua a definirsi «soddisfatto per il risultato elettorale a Milano». Domenica scorsa il Pd ha retto, in controtendenza con il resto del Paese. Con il 27 per cento delle preferenze rimane il primo partito anche se, basti guardare il voto nei collegi della Camera, il centrosinistra si regge ormai sull'elettorato radical chic del centro, di zona Lambrate o Citylife. «Rogoredo, feudo della sinistra dal 1945, cade» esultava giustamente il presidente Fi del Consiglio del Municipio 4 Oscar Strano a spoglio finito. E non è stato certo l'unico quartiere di periferia a virare verso centrodestra o Movimento 5 Stelle. Nel collegio Milano-Sesto ha vinto l'ex assessore Fi Guido Della Frera e il Pd si è fermato al 24,5%, il collegio 4 - periferia su est - ha eletto l'azzurra Federica Zanella, i quartieri di Quarto Oggiaro, Baggio e Lorenteggio hanno puntato sul leghista Igor Iezzi. C'è da dire che per una volta non è mancata l'autocritica del giorno dopo a sinistra, anche perchè un primo segnale era già arrivato in occasione delle Comunali, con la vittoria di Sala ma la presidenza quattro Municipi distanti da Area C assegnata al centrodestra. La geografia del voto per il Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 ha confermato il sentiment in città. La giunta Sala si avvicina al secondo giro di boa e qualche colonnello dem nei corridoi ammette che se non si colgono seriamente questi avvisi di sfratto, il prossimo sindaco potrebbe essere della Lega. Ecco perchè - forse - il sindaco ha organizzato un vertice post voto con gli assessori venerdì prossimo. Una riunione di quattro ore a Palazzo Marino per analizzare intanto lo scenario politico generale e per fissare le priorità, a partire da come far procedere più spedito il maxi piano per le periferie annunciato nel dicembre 2016 ma che ancora arranca. Sala è pronto a formare una task force di assessori per sveltire le pratiche.

«Entro un settimana», come ha anticipato ieri, il sindaco nominerà anche il nuovo membro della giunta dopo le dimissioni di Carmela Rozza, passata in Regione, e assegnerà la delega alla Sicurezza ancora vacante (in pole la vice Anna Scavuzzo o Marco Granelli che ha già ricoperto il ruolo). ll nome arriverà prima del vertice, in modo che la squadra sia al completo quando si discuterà a porte chiuse dei prossimi obiettivi. Sarà una sorta di «tagliando».

Sala su Facebook ha confermato al soddisfazione per il risultato milanese aggiungendo che «al contempo dobbiamo essere consapevoli che il miglior contributo che possiamo dare alla sinistra e al Paese è proseguire ancora meglio nel governo della nostra città. Accanto alla riconferma delle linee guida della nostra azione e dei suoi interpreti, è necessaria una riflessione condivisa sulla situazione politica generale e sul contributo che l'esperienza milanese può dare in questo momento. A questo proposito ho fissato un incontro con gli assessori. Non ho preteso e non pretenderò mai che chi mi sostiene sposi completamente la mia linea, ma una visione politica unitaria e condivisa resta la caratteristica positiva dell'esperienza della sinistra milanese. A seguito di tale incontro allargherò la riflessione, in un apposito momento, ai Consiglieri di maggioranza in Consiglio Comunale». E il capogruppo M5S Gianluca Corrado contesta: «La storiella del modello Milano è surreale. Il sindaco forse non ha fatto un'analisi del voto, il Pd non precipita solo nelle zone centrali, dove il tenore di vita è molto elevato e non ha raffronti il resto d'Italia. Il Pd è il partito dei privilegiati e delle lobby, è questo il modello che vorrebbe estendere al Paese?».

E parlando di politica, Sala ha confermato che non si iscriverà al Pd finchè sarà sindaco, ha bocciato l'ipotesi di nuove primarie («sono un atto da egoriferiti, non dobbiamo approfittare della pazienza degli elettori di centrosinistra. Un'altra lotta da galli? Ora stiamo all'opposizione, niente accordi con i 5 Stelle e ricostruiamo il Pd».

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