Sinistra contro i volontari Expo: lavoro nero

«Prestazioni da dipendenti ma senza contratti». Pd e Sel chiedono al sindaco di intervenire

L'arruolamento è iniziato il 19 maggio, con il lancio della campagna «Volontari Expo 2015». La società cerca 10mila (soprattutto) giovani disposti a offrire tempo e passione per dare supporto ai visitatori durante i sei mesi di evento. Nessuno stipendio, «ma in cambio la possibilità di ampliare le proprie esperienze, in un contesto internazionale, multiculturale e multilingue». I candidati prescelti dovranno seguire un corso da 15 ore di auto-formazione on line, e saranno invitati anche a partecipare a eventi e incontri, pensati per «favorire la relazione e l'appartenenza al gruppo». Ma la sinistra non ci sta. Sostiene che i volontari presteranno nei fatti «un vero e proprio impiego subordinato, part time e a termine, ma «al di fuori di qualsivoglia disciplina contrattuale e legale». Sulla questione è stata votata a maggioranza una mozione di Sel in Consiglio di Zona 9. Si citano proprio quegli «accattivanti messaggi comparsi sui muri della città per pubblicizzare il cosiddetto “Programma Volontari”». A loro, citano, «verrà fornita una formazione on line e ogni “volontario“ dovrà invece garantire una collaborazione per 14/15 giorni per 5 ore e 30 minuti ogni giorno». Durante il servizio, prosegue la mozione di Sel, «la società fornirà ai ragazzi un kit (cappellino, divisa, ecc.), trasporto pubblico, pasto giornaliero, copertura assicurativa e, al termine, “un tablet”.

Con tutta evidenza si tratta di attività lavorativa subordinata, quindi chiediamo al Comune che in qualità di socio si adoperi affinché tutti coloro che presenteranno attività lavorativa vengano correttamente identificati come “lavoratori” e siano retribuiti». La mozione è stata sottoscritta e votata anche dai consiglieri del Pd.

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