Il sogno del Cartier Bresson lituano

«Si dice spesso che le mie fotografie non sono realiste. Non sono realiste ma è la mia realtà». Sono le parole dell'artista lituano, nato il 17 gennaio del 1911, scappato negli anni Trenta dalla miseria della sua terra per raggiungere la Parigi dei suoi sogni, dei sogni di tanti, dove pittori impressionisti e intellettuali che giungevano da ogni parte del mondo l'avevano fatta diventare la capitale della cultura. Izis si rifugia durante la guerra con la sua famiglia nella regione del Limousin e dopo la Liberazione del 1944 di Limoges, si arruola nelle Forze Francesi affascinato dai giovani della Resistenza ed è proprio qui che inizia a scattare ritratti straordinari, originali, di grande impatto emotivo… La Provincia di Milano allo Spazio Oberdan gli dedica una mostra a partire dal 12 febbraio accompagnata da un catalogo dal titolo «Izis Bidermanas. Paris des poètes» a cura di Bidermanas e Amelie Canitrot (38,00 euro), patrocinata dall'Istitut Francais di Milano in collaborazione con Duo Art Film e organizzata in collaborazione alla Fondazione Alinari con la Ville de Paris. La rassegna di natura puramente poetica voluta dal figlio Manuel Bidermanas che chiuderà i battenti il 6 aprile, rivela la creatività di un artista che non ha nulla da invidiare a grandi maestri del «clic»come un Bresson o a un Doisneau. Presente da anni nelle maggiori collezioni pubbliche e private si può dire che Izis abbia saputo conciliare la professione di reporter con quella più personale; la sua capacità di riflettere sulla relazione tra l'immagine e la parola al fine di cercare la coerenza tra soggetto, emozione e forma. Nonostante fosse segnato dalla difficoltà dell'esilio e dalla guerra, ciò non gli ha impedito di orchestrare nei dieci libri tutto il suo lavoro: si disegna in filigrana ricco di fascino. Morto nel 1980, Ibiz è una vera e propria scoperta perché insieme a una selezione di 120 fotografie in mostra viene proiettato un video che aiuta a conoscere questo autore che ha saputo credere in un sogno come si vede dalla luce affilata delle sue immagini e dall'atmosfera rarefatta. Qui scopriamo che nel 1951 le sue opere entrano a pieno titolo della mostra al MoMA di New York con Brassai, Cartier-Bresson, Doisneau e Ronis. Il mondo della cultura parigina e mondiale è ai suoi piedi, i suoi ritratti fanno il giro del mondo e con Colette realizza il libro «Paradiso terrestre» nel 1953 parla per lei con le sue foto, i luoghi della sua memoria: lei è immobilizzata.

Lavora per Paris Matchper 20 anni e le fotografie di Chagall al lavoro diventano un capolavoro «Gran bal du printemps» del 1951 e «Paris des Poètes» del 1977 delinea la forsa della Grandeure. Già nel 1950 fuggì a Londra con Jacques Prévert per pubblicare «Chambres des Londres» e a seguire «Israel» e «Le Cirque d'Izis».

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