Un sondaggio spaventa Ambrosoli I partiti del centrodestra al 44%

Due sondaggi preoccupano il centrosinistra lombardo. Entrambi accreditano in crescita Lega Nord e Popolo della Libertà: rispettivamente al 26 e al 18%. Fermo il Pd in una forchetta tra il 28 e il 32%, implode Sel tra lo 0,4 e l'1,2. Male l'Italia dei Valori che si attesta sul 2% (nel 2010 era al 7). La lista civica Ambrosoli non raggiunge il 2% e il Partito socialista sparisce del tutto. La Federazione di Sinistra arriverebbe al 2,5% dei consensi. In chiave Politiche, il centrosinistra potrebbe perdere Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Sicilia (e la maggioranza al Senato). Mentre se Pdl e Lega andranno separate, il centrosinistra potrebbe assicurarsi la Lombardia e dunque anche i seggi per governare. I due sondaggi, prodotti ad uso e consumo del centrosinistra lombardo, non rassicurano il Pd e il candidato Ambrosoli. Di fatto il partito di Bersani in Lombardia ha cannibalizzato gli alleati senza far crescere il consenso attorno al nome del candidato presidente. Neppure i grillini sono esenti da questo fenomeno dal momento che il loro consenso scende dal 14 all'11%. A destra, sempre secondo i sondaggi del centrosinistra, sale Fratelli d'Italia al 3% mentre Albertini insieme all'Udc potrebbe raccogliere un magro 7% scarso. Per «Fare», il nuovo partito di Giannino un 3% oscillante. Ma il Pd, per voce del suo coordinatore regionale Maurizio Martina, cerca di minimizzare: «Dai dati di fine dicembre in nostro possesso non credo che il centrodestra possa al momento godere di vantaggio alcuno. Il nostro saldo è di 40% perché è nebbia fitta per il Pdl con un 12,5% e Lega Nord attorno al 18%. Ma preferisco stare coi piedi per terra perché siamo convinti che la partita sarà durissima». Sulla cannibalizzazione degli alleati invece Martina è più realista: «Credo si sia verificato nelle rilevazioni il cosiddetto effetto voto utile. Il Pd raccoglie consenso per le primarie per i parlamentari. I cittadini ci vedono e quindi acquistiamo consenso». Solo che l'acquisto viene effettuato ai danni degli alleati che scendono paurosamente nel gradimento dei lombardi. E il sondaggio in mano al Pd lombardo non è di fine dicembre ma di un mese prima. Dati Swg prima che Berlusconi facesse risentire la sua voce. E qualcuno malignamente ricorda il no secco ricevuto da Andrea Di Stefano sulla proposta di una lista che unisse Sel a Federazione della Sinistra. Un'operazione intelligente di marketing politico che avrebbe condotto lo schieramento della sinistra radicale a percentuali più che dignitose. Di parere opposto Franco Bordo, coordinatore regionale di Sel: «Preferiamo una coerenza di progetto sia locale sia nazionale ad inciuci senza simbolo e credo che man mano ci avvicineremo alla data delle elezioni i sondaggi fotograferanno una realtà ben più precisa con Sel in crescita». Ma è fuor di dubbio che quello che si evidenzia in Lombardia è uno scarto notevole tra consenso per le politiche e quello per le regionali. Dove Sel nel primo caso raggiungerebbe il 3,5% mentre per il parlamentino lombardo scenderebbe all'1,2%.

E la tentazione per Giulio Cavalli di andare a Roma e rinunciare alla Lombardia con un passaggio di voti che non premierebbe il Sel Lombardia. Un problema relativo rispetto alla crescita di Pdl e Carroccio. Una preoccupazione in più per chi già si vedeva nelle strade a cantar vittoria.

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