Beppe Sala perde la testa su San Siro e lancia l'sos al premier Giorgia Meloni. Il neo sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha dichiarato due giorni fa che che la demolizione dello stadio «è inaccettabile» ed essendo un'architettura di oltre 70 anni intende «far rispettare il vincolo previsto dal codice dei Beni culturali». Anche se la sovrintendenza un anno fa ha già bocciato la tutela. In serata è arrivato l'assist del presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi: «Il Meazza è parte della storia di Milano e del calcio italiano, va tutelato e protetto».
E il leader della Lega Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, ieri è tornato alla carica: «Anni persi polemiche e rinvii, ora l'annuncio di Sala che al Comune serve un altro anno di tempo», dopo il sì della giunta alla pubblica utilità il progetto esecutivo dovrà essere realizzato dai club e votato dal Consiglio, con 8 consiglieri di maggioranza (insieme a parte dell'opposizione) hanno annunciato il no. «Milano rischia di perdere miliardi di investimenti, Milan, Inter e i tifosi hanno portato anche troppa pazienza: si dica subito sì al Nuovo San Siro o si scelga una soluzione alternativa. Le Olimpiadi sono vicine, non si può perdere altro tempo, ne parlerò con la dirigenza delle due Società» tuona Salvini.
Il sindaco, che non riesce a mettere d'accordo neanche la maggioranza, prova almeno ad arginare l'«uragano» Sgarbi, visto che la battaglia su San Siro arriva a qualche giorno dall'annuncio che riporterà la Pietà Rondanini nella sede originaria all'interno del Castello. Ieri il sindaco ha inviato una lettera a Giorgia Meloni: «Mi rivolgo a lei - scrive - confidando nella costruzione di rapporti istituzionali improntati a lealtà e chiarezza, per ricevere cortesi chiarimenti sulle deleghe che sono state assegnate al Sottosegretario Sgarbi. A poche ora dalla nomina ha formulato pubblicamente affermazioni che reputo prive di fondamento giuridico. La preannunciata volontà di riportare la Pietà nella Sala degli Scarlioni e i possibili vincoli sul Meazza».
Dichiarazioni che «appaiono esorbitare dalle competenze del Sottosegretario e destinate ad alimentare confusione e disorientamento che nuocciono al corretto esercizio dei poteri pubblici nell'interesse della collettività». Sul Meazza, chiede, «porre un vincolo non è forse di pertinenza della Soprintendenza e non della discrezionalità di una figura politica come un Sottosegretario?». Chiede quindi «chiarezzsu queste vicende, precisando gli effettivi ambiti di competenza di Sgarbi». Renderà pubblica «per trasparenza» anche la risposta:
«È una città evoluta che non può stare appesa ai protagonismi ma alle regole. E non mi va di farmi prendere in giro da continue esternazioni senza fondamento. Chiedo a Meloni, che mi pare abbia una gran voglia di fare le cose, una risposta in tempi brevi». Intanto il dibattito pubblico è quasi concluso, dopo un laboratorio partecipato allo stadio il coordinatore Andrea Pillon il 18 presenterà la relazione finale. Il capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi è tranchant: «Che tristezza e che vergogna. La non demolizione difesa da Sgarbi, Berlusconi e La Russa e non dalla giunta di centrosinistra. Addirittura l'assessore al Verde (Elena Grandi, di Europa Verde ndr.) ha fatto plauso alla svolta ecologica delle due squadre, molto oltre il delirio». Sala sostiene invece che le esternazioni «di Sgarbi, Salvini, Berlusconi non aiutano le squadre».
Ma non ha (per ora) i voti dei suoi.
I club fanno buon viso: «L'iniziativa di Sala chiarisce che tutti gli enti preposti si erano già pronunciati gli anni scorsi. Attendiamo la fine del dibattito pubblico per poi proseguire senza intoppi nell'iter con la progettazione definitiva e con tempi certi per l'inizio dei lavori».
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