Coronavirus

"Stasera saremo in strada per aiutare i nostri amici senza tetto"

L'Associazione Pro Tetto Onlus sfiderà le restrizioni anti-assembramenti e sarà per strada per portare il cibo ai senza tetto che vivono tra piazza San Babila e Cordusio

"Stasera saremo in strada per aiutare i nostri amici senza tetto"

"Gli ultimi sono ancora più ultimi". Così Ferando Barone, presidente dell'Associazione Pro Tetto Onlus, descrive a ilGiornale.it la situazione dei clochard che, in questi giorni particolarmente difficili per Milano, sono vittime delle restrizioni dovute al coronavirus.

Tante mense del Comune chiuse e i senza tetto non possono nemmeno più accedere alle docce. Una situazione aggravata dal fatto che i volontari delle altre associazioni hanno giustamente paura ad andare in giro "ma a noi ci stringe il cuore e stasera saremo per strada", dice Barone che ricorda come "queste persone sono senza vestiti e senza mangiare in balìa del nulla da giorni". "Io ho il numero di telefono di tanti senza tetto che ci stanno implorando perché nessuno passa e la fame è brutta", aggiunge il presidente della Onlus nata per aiutare i clochard del capoluogo lombardo, circa 200 persone che vivono sotto i portici del centro, tra piazza San Babila e Cordusio. "Li conosciamo da anni e abbiamo un bel rapporto d’amicizia con tutti. Ci dispiace che stiano così", rivela Barone che, però, precisa subito: "Non siamo degli eroi e questo non è il nostro lavoro, ma la nostra passione".

Ed è la passione per il volontariato che spingerà stasera 20 membri dell'Associazione ProTetto a sfidare il coronavirus muniti di guanti e mascherine. "Per non creare assembramenti metteremo i nostri 'amici' in fila a distanza di un metro, un metro e mezzo l’uno dall’altro e daremo loro il cibo nei sacchetti. Una razione doppia per tutti", spiega. Una bibita, uno yogurt, un po' di pane e frutta per cercare di affrontare questa ulteriore emergenza. "A chi si rivolgono se le mense sono chiuse? O lo facciamo o ci giriamo dall’altra parte", prosegue Barone che non sembra aver paura del coronavirus. "Può capitare di prenderselo anche andando in un locale pubblico. Un po’ di timore ovviamente c’è, ma è un timore che ci piace correre. Non possiamo non dar loro da mangiare", dice. Il rapporto con queste persone più sfortunate, poi, è talmente forte e duraturo da superare qualsiasi restrizione. "Considera che ogni volta che usciamo prendiamo anche le ordinazioni di ciò che serve loro: mutande, calze, giubbotti o maglioni, tutte cose che portiamo le volte successive", racconta. Oltre al cibo, i volontari di ProTetto porteranno anche sapone e amuchina anche se, finché non riaprono le docce, i clochard potranno a stento lavarsi il viso. "Capisco che c’è questa emergenza e bisogna tutelare e tutelarsi senza avere contatti espliciti.

Capisco le restrizioni che giustamente ci sono, ma bisogna cercare di risolvere almeno i problemi primari come il mangiare", conclude Barone.

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