Milano è la città del terziario, questo settore nel capoluogo meneghino occupa la gran parte dell'economia reale generando occupati e valore aggiunto per cittadini e turisti. Le imprese del terziario milanese stanno però soffrendo, ormai da diversi anni, di un forte aumento della pressione fiscale che sta penalizzando l'imprenditorialità e la produttività. L'impatto delle drastiche misure di risanamento della finanza pubblica del nostro Paese si sta palesando con un conto molto salato per le imprese dei servizi e per la complessiva economia urbana. Per negozi e uffici milanesi l'imposizione sugli immobili è più che triplicata rispetto al 2011, con rincari anche per Tari e Consap. Questo è quanto emerge dalla ricerca condotta sul periodo 2011-2016 dall'Ufficio studio Confcommercio Milano e presentata dal segretario generale Marco Barbieri. Sono stati analizzati e confrontati con la Capitale tutti i principali tributi che devono sostenere le imprese commerciali, turistiche e dei servizi: Imu e Tasi per quanto riguarda le imposte sugli immobili di proprietà, la tassa sui rifiuti Tari, il canone di occupazione del suolo pubblico Cosap e l'imposta di soggiorno.
Con il passaggio da Ici a Imu/Tasi l'onere finanziario per la proprietà degli immobili è aumentato in tutta la Nazione ma in particolar modo a Milano ha visto i suoi costi più che aumentati di tre volte e mezzo rispetto al valore iniziale. Se nel 2011 per un ufficio di circa 100 mq si pagavano 787,5 euro nel 2016 il prezzo è lievitato fino 2.872,8 euro. Per un negozio di 70 mq invece si è passati da 96,4 a 355,5 euro. Anche la tassa rifiuti ha visto dei forti incrementi che vanno dal 138 al 157%, un bar che pagava 443,14 euro nel 2011 lo scorso anno di Tari ha versato 1.141,52. Nonostante gli aumenti generali, la Capitale rimane la più costosa nella tassa smaltimento rifiuti con una spesa media di quasi 3000 euro contro i circa 1400 di Milano. Note dolenti anche per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche, alla fine del 2011 il comune di Milano, rivoluzionando la classificazione dello spazio urbano, ha anche apportato una correzione verso l'alto del canone. Nel solo biennio 2011-2012 la Cosap è aumentata del 51% e durante l'Expo gli introiti su questo canone sono passati dai 26 milioni del 2011 ai quasi 100 milioni. Dalle ricerche di Confcommercio si sono individuati due assi commerciali molto importanti per le iniziative sul suolo pubblico: corso Buenos Aires a Milano e via Cola di Rienzo a Roma. Ma in tema di Cosap la città del Duomo è più cara di quella del Colosseo e per questo viene penalizzata in attrazioni ed eventi. L'imposta di soggiorno, pagata dai turisti sia a Roma che a Milano, nella capitale è più salata 4,3 euro contro i 3 euro di Milano. Il Documento Unico di Programmazione prevede che quest'anno il gettito di questa imposta nel capoluogo lombardo sarà pari a 37 milioni di euro.
In questo periodo di ripresa, a seguito di un 2015 che è stato un vero e proprio giro di boa per l'economia milanese, è necessaria una riduzione della spesa pubblica improduttiva e un conseguente abbassamento della leva fiscale sul terziario, per favorire nuovi posti di lavoro, maggiore produttività e maggiori consumi. «Il terziario milanese è la spina dorsale dell'economia nazionale e gli enti locali devo avere delle attenzioni particolari per questo settore» -commenta Barbieri- «Occorre intervenire sui tributi locali per sostenere le imprese, rilanciare i consumi e rendere la nostra città ancora più attrattiva». La Confcommercio ha proposto però una serie di soluzioni ai disagi creati dalla sovrapposizione dell'inasprimento della pressione tributaria locale alla crisi economica. In primis una riduzione della Tari per chi effettua correttamente la raccolta differenziata e l'estensione delle aliquote ridotte ai proprietari di immobili a destinazione commerciale della categoria D (es: alberghi) e della categoria A/10 (es: uffici e studi professionali). Per la Cosap si chiede una riduzione degli importi per le occupazioni temporanee al fine di aumentare le iniziative in città.
Sull'imposta di soggiorno si pensa al viaggiatore che la paga, gli introiti di questo tributo si vogliono infatti destinare alla creazione di una carta gratuita del turista che offra sconti per musei e per la rete Atm dei trasporti, per creare valore aggiunto e per attivare un circolo virtuoso di economia, trasporti e cultura.Andrea Baiardi
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