Era un'emergenza. È diventata prassi. Le richieste di asilo politico presentate alla prefettura sono una costante degli ultimi anni. Migranti che arrivano da Paesi in guerra e in cerca di protezione umanitaria. Ma dal bilancio di responsabilità sociale del Tribunale, presentato ieri a Palazzo Marino dal presidente Livia Pomodoro, emerge che oltre il 40% delle domande definite tra l'aprile e il novembre dello scorso anno sono state rigettate.
«La protezione dello straniero richiedente asilo - si legge nel documento -, considerato un dato emergenziale, si sta rivelando come una tendenza che si sta consolidando». Le operazioni «Mare Nostrum» e «Triton» hanno «implicazioni fortissime sulle attività istituzionali degli uffici giudiziari». Tra l'aprile e il novembre 2014 «sono state instaurate già 3.360 procedure presso la Prefettura di Milano relative a stranieri recuperati nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum; sono state definite 1.006 richieste, con oltre il 40% di rigetti». Alle bocciature seguono gli inevitabili ricorsi, «cui si aggiungono analoghi procedimenti instaurati da parte dei richiedenti che hanno ottenuto solo la protezione umanitaria, rispetto alla pretesa di ottenere un grado più alto di protezione (sussidiaria, internazionale)». E la situazione non accenna a migliorare. «I flussi di ingresso - è scritto ancora nel bilancio del Tribunale - stanno proseguendo», con il rischio che «la situazione emergenziale di istituzionalizzi». La conseguenza? Il rischio significativo che vengano assorbite «risorse rilevanti, non solo in termini di tempo-lavoro, ma anche sul versante finanziario, in maniera permanente».
Ma i dati presentati ieri dal presidente del tribunale Livia Pomodoro - che quest'anno andrà in pensione, e ieri ha salutato la platea non senza una buona dose di emozione - sono anche la fotografia dello stato di salute del palazzaccio milanese. Dunque, ancora una volta viene lanciato l'allarme sugli organici (il tasso di scopertura del personale, tra magistrati e amministrativi, è del 22,4%), soprattutto in vista di Expo. Un problema per il quale il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini intende affrontare a breve. «Dirò la settimana prossima gli impegni precisi che stiamo organizzando». Quanto alla scopertura cronica degli organici, Lencini propone di spostare a palazzo di Giustizia - dopo un'adeguata formazione - «cinquemila dipendenti delle province e delle forze armate».
Ma il presidente Pomodoro ha anche rivendicato il miglioramento dei principali indici di prestazione: processi più veloci (il tasso di smaltimento dei procedimenti civili è stato del 56%, in miglioramento rispetto al 54,24% dell'anno precedente), e sono state ridotte di oltre un milione di euro le spese per far funzionare il grande edificio di corso di Porta Vittoria. E tuttavia, tra personale, patrocini, manutenzione e locazione, carta e cancelleria il palazzaccio ha ancora costi notevoli, sfiorando gli 89 milioni di euro.
Nella mattina in cui a Palazzo Marino si celebrava la giornata della giustizia, infine, la camera penale ha pubblicato un documento con cui gli avvocati hanno replicato all'iniziativa. «Le porte dei tribunali - spiegano - sono per definizione aperte, è pleonastico aprirle per un solo giorno». E «non è con la riforma della prescrizione o con l'abolizione dell'appello che la giustizia migliora».
Le richieste gi asilo politico già definite dagli uffici della prefettura
Oltre il 40% delle richieste di asilo prese in esame sono state rigettate dalla prefettura
Le procedure instaurate in Prefettura tra aprile e novembre 2014 relative a richieste di asilo
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.