Dopo il flagello del Covid, una città allo sbando. E non serve ricorrere a paragoni con metropoli straniere universalmente note come veri e propri baluardi d'insicurezza: Milano sta probabilmente sfogando a suo modo la frustrazione per la compressione obbligata dei mesi scorsi - a causa di zone rosse e divieti - con una voglia di «libertà» preoccupante e che si palesa in un aumento degli interventi delle forze dell'ordine per liti e risse nate dall'abuso di alcol. Un fenomeno, quello dei troppi ubriachi e della conseguente litigiosità, che è alla base anche del recentissimo omicidio avvenuto sabato pomeriggio a Crescenzago. Dove, sugli spalti di un campo dell'Associazione sportiva «Asd Agrisport» di via del Ricordo, è morto un peruviano di 39 anni accoltellato tre volte al torace per ragioni di tifoseria durante un torneo amatoriale tra squadre di peruviani.
E mentre gli investigatori della squadra mobile, guidati da Marco Calì, stanno per catturare il responsabile di questo accoltellamento mortale, si sprecano gli episodi di spregio nei confronti di chi tutela la nostra sicurezza. Sabato pomeriggio alle Colonne - dopo gli spari della notte tra giovedì e venerdì del carabiniere 32enne al pitbull di un rapinatore che aveva appena azzannato il militare in tre diverse parti del corpo - qualcuno ha organizzato una piccola manifestazione che, nonostante lo scarso seguito, fa riflettere sul preoccupante clima di esasperazione e odio che si sta diffondendo contro chi s'impegna a tutelare la nostra sicurezza. Peraltro con tanto di striscione contro le forze dell'ordine e proclami urlati al megafono: «La polizia spara (in realtà erano stati i carabinieri, ndr). Non aspettiamo il morto. Milano torna a odiare!».
Sotto questo profilo fa riflettere quanto è capitato sempre ai carabinieri l'altra sera intorno alle 23 all'angolo tra viale Pasubio e piazzale Baiamonti (al confine tra la zona Garibaldi e Chinatown) dove hanno denunciato per rissa, violenza e resistenza a pubblico ufficiale un polacco di 32 anni, un ecuadoriano 37enne, un egiziano e una italiana entrambi 43enni e un italiano di 17 anni. I militari dell'Arma hanno notato i cinque che litigavano vicino a una pizzeria perché poco prima, uno di loro, passando per strada, aveva accidentalmente urtato un cliente del locale seduto a un tavolo. Complice anche stavolta il tasso alcolico, l'episodio in una manciata di secondi è degenerato e i cinque hanno continuato a spintonarsi anche dopo l'arrivo dei militari dell'Arma. Anzi: i litiganti hanno tentato di colpire con calci e pugni persino i carabinieri che cercavano di pacificare gli animi e di identificare le persone coinvolte nella pietosa vicenda.
L'egiziano ha, per così dire, avuto la peggio: visto che si lamentava di un dolore alla spalla sinistra infatti è stato trasportato in codice verde al Fatebenefratelli dove, dopo la diagnosi per una contusione dovuta a un trauma, è stato subito dimesso con una prognosi di 7 giorni.
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