Gli ultimi "botti" del jazz tra leggende e big nostrani

Continuano i concerti: stasera Fresu all'Auditorium Nel weekend il piano di Barron e il sax di Archie Shepp

Gli ultimi "botti" del jazz tra leggende e big nostrani

Milano sotto il segno del jazz in un novembre denso di pioggia e musica. La città ha appena smaltito una sbornia musicale di alto livello e si avvia alla conclusione di un'ultima portata a cinque stelle, dopo MiTo, contenitore classico variegato, e «Milano Musica» per i palati e le orecchie aperte alla contemporanea ortodossa. In questi giorni, nel festival dedicato all'arte dell'improvvisazione transitano star di livello mondiale; occasioni e volti, è il caso di dirlo, degni di Nota. Ecco una mini-scelta di quel che si può andare ad ascoltare tra le decine di appuntamenti che restano di «JazzMi», che chiuderà i battenti domenica 10. Tanto per cominciare, questa sera: sotto i riflettori un altro big italiano, il trombettista Paolo Fresu, che si esibisce all'Auditorium di Largo Mahler. Un progetto in cui teatro e musica si incrociano, «Tempo di Chet» in ricordo del guru Chet Baker». Avanti tutta col festival a giovedì, quando a salire sulla scena sarà più di una stella del firmamento. Una fra tutte, la super-virtuosa della tastiera Hiromi (Blue Note, in via Borsieri), ex bambina prodigio di formazione classica che arrivata sulle scena dell'improvvisazione si è subito messa in luce anche con i concerti in duo con Chick Corea. Non solo star oltreoceano. Nel corso della rassegna milanese capita di imbattersi anche negli italiani che con la loro musica hanno fatto il giro del mondo. Si prendano i «nostri» Fabrizio Bosso (trombettista) e Giovanni Guidi (pianista) previsti alla Triennale alle ore 21; l'orologio gira ancora e si arriva sulla «tre giorni» del rush. Che fa girare la testa per quanto l'offerta, musicalmente assai ghiotta. Ecco l'inconfondibile pianismo di Kerry Barron (venerdì alla Triennale): una precisazione giusto per chi non segue il genere, è un gigante del jazz, per dirne una è stato al fianco di personaggi come Dizzy Gillespie e Stan Getz. Altri big sabato sera: il sassofonista Shepp, 82 anni, al Conservatorio «Giuseppe Verdi»; alzi la mano tra gli appassionati chi non lo ricorda al fianco del rivoluzionario pianista Cecil Taylor. Non solo auditorium, ma anche location caratteristiche come la Santeria Toscana, dove - sempre sabato dalle 22 - si può incontrare Ghostpoet e la sua musica, che viene considerato uno sperimentatore un po' (tanto) fuori dagli schemi, che si esprime tra monologhi ossessivi e sonorità dark funk. E ora verso il gran finale.

Domenica è 'ultimo giorno del festival «JazzMi» 2019. Saluti sì, ma senza pianti.

La musica di Bartsch in tandem con i Ronin - che si potranno incontrare presso la solita Triennale - non lascia stare le emozioni ma tiene sul filo del rasoio con ritmi martellanti e ipnotici, massimo effetto col minimo dei mezzi. Infine, come giusto che sia per un gran finale, un altro gigante alla Triennale: stiamo parlando del trombettista Ambrose Akinmusire, da lungo tempo protagonista della scena jazzistica di taglio contemporaneo.

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