Un'ereditiera da uccidere o... da amare

Un'ereditiera da uccidere o... da amare

Il teatro sta morendo e il cinema di qualità, bé, nemmeno lui si sente troppo bene. Questo è più o meno il mantra che, spesso e volentieri, viene intonato dagli addetti ai lavori. Sarà anche così, però i due «malati» quando si scambiano sorrisi e avance in corsia d'ospedale producono grandi cose. A parte gli scherzi, non è raro che il cinema tragga linfa vitale dal teatro e, quando capita, pure il teatro sa trasferire storie da grande schermo sugli scricchiolanti rumori del palcoscenico. Ad esempio, ciò accade con «Lei è ricca, la sposo... e l'ammazzo!», adattamento dalla celebre commedia del 1971 diretta da Elaine May, con un Walter Matthau protagonista bravissimo a farsi odiare nei panni di un ricco scapolo misogino giunto agli ultimi spiccioli dilapidati, e in cerca di una grossa somma per continuare a vivere di rendita.

A firmare questa versione teatrale in cartellone da questa sera all'8 marzo (ore 20.45, domenica ore 15.30, ingresso 32 euro, info 02.76.36.901) è Patrick Rossi Gastaldi, abile nel mutare la cornice tutta americana della storia originale in qualcosa di perfettamente italiano. O quasi, come spiega lui stesso: «La storia si svolge nell'Italia di oggi, ma le situazioni narrate portano su due binari, che io considero formativi per la mia idea di comicità: la comicità italiana degli anni Cinquanta, quella di De Sica per capirci, e la classicità di Charlie Chaplin, il più grande di tutti. E sì, poi, nel rapporto infarcito di gag ed equivoci che si crea tra i due protagonisti, a me piace intravedere qualcosa di Stanlio e Ollio». Per l'appunto, i due protagonisti assoluti della piéce sono Gianfranco Jannuzzo, nei panni dello scapolo nullafacente Orazio, e Debora Caprioglio, in quelli della ricca ereditiera Albertina, donna ingenua, di professione entomologa, tutt'altro che avvenente, occhialuta e un po' sciatta. «Mi ha divertito moltissimo calarmi in un ruolo così anomalo per me – spiega la bella attrice veneziana, solitamente calata in personaggi sexy di evidente fisicità – La cosa che più mi ha affascinato di Albertina è che lei è una donna assolutamente pura, si innamora di Orazio e lo ama per quello che è, senza chiedere nulla in cambio. Un amore così gratuito oggi è rarissimo, purtroppo». Gianfranco Jannuzzo ha dovuto smontare dalla propria mente l'eredità di Walter Matthau: «Lui resta un gigante – spiega l'attore siciliano – insuperabile nel calarsi nei panni del grande antipatico. Per me il ruolo dell'individuob detestabile e misogino è stato una novità, molto stimolante».

A convincere nel piano criminoso lo scapolo d'oro, la fidata governante (interpretata da Antonella Piccolo), segretamente innamorata di lui: «Seguendo le indicazioni del regista – conclude l'attrice – ho cercato di rievocare qualcosa della mitica Tina Pica: gli scambi tra me e Orazio sono un riflesso di quelli tra la Pica e De Sica».

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