La sicurezza accende la campagna elettorale. E il candidato del centrodestra, Luca Bernardo, sferza il sindaco uscente, Beppe Sala, mettendo a nudo carenze e ipocrisie di un centrosinistra che, in dieci anni, non è stato in grado di porre un argine al progressivo deterioramento della qualità della vita nei quartieri.
Ieri Bernardo è tornato in zona Navigli, fra la movida e le aree dove si è incancrenita l'illegalità. In serata ha incontrato i commercianti di via Ascanio Sforza-angolo via Pavia, ed è tornato a mettere l'accento sulla questione della sicurezza, come la intende lui col suo punto di vista: non militarizzare la città ma creare le condizioni perché tutti possano vivere serenamente.
Milano - lo dicono i dati - esce dall'emergenza sanitaria peggio di altre città, con ripercussioni economiche gravi. «Sto girando i quartieri - ha detto Bernardo - non solo per vedere cosa succede la notte all'interno delle case popolari, ma anche perché commercianti e artigiani chiedono un aiuto, escono dal lockdown con i problemi che tutti hanno: sapere se quel suolo pubblico che hanno sarà ancora gratuito anche dopo dicembre, e poi la Tari - che va pagata - come sarà pagata. Quando immaginiamo di fare qualcosa per la città - ha sottolineato - non possiamo non ascoltare commercianti e artigiani, una parte viva e una lavora».
La difficoltà di tanti oggi è palpabile. «Se c'è un lamento - ha constatato - vuol dire che non è stato fatto abbastanza, che è stato fatto poco e che bisogna fare di più». Bernardo ha spiegato di credere in un Comune «che fa il Comune, ma che è anche Comune amico», in grado di capire se c'è qualcuno che ha bisogno di aiuto. «Attenzione al racket - ha ammonito - che sta lavorando molto al posto delle banche».
Un messaggio, quello di Bernardo, chiaramente rivolto a quel blocco sociale fatto di negozianti, commercianti e artigiani, che ha patito di più di altri l'emergenza e ora chiede di poter ricominciare. «Molti - ha proseguito - non riescono più a mettere insieme pranzo e cena, pagare le bollette a tornare col sorriso e la soddisfazione necessaria». «Milano è attrattiva anche per il lavoro - ha spiegato - Questi hanno bisogno che qualcuno dica: siamo vicini, risolviamo insieme i problemi, quelli che ogni giorno vivono quando tirano su la saracinesca».
Il tema si ricollega all'emergenza sicurezza, anch'essa esasperata da un anno e mezzo di difficoltà e tensioni generali. Bernardo parla di prevenzione, presidio e controllo, e ieri ha sottolineato una sorta di crisi della Polizia locale durante il lockdown: «È stata messa in ferie, a casa, invece di stare in mezzo alle persone, e loro vogliono tornare in mezzo alle persone. Il punto non è se la multa si paga o no - ha detto - la multa si paga, ma la divisa dev'essere amica». Ha evocato l'allarme delle case popolari «che esci e trovi occupate», e anche qui ha proposto interventi e rilevato le carenze di Sala. «Mancano uomini, ne sono stati tolti tanti, i 500 che il sindaco ha promesso sono pochi, è un inizio, può aiutare bene ma dopo 10 anni conduzione della sinistra mi pare tardivo». Infine via Gola, che già 4 anni fa era stato definito «un buco nero» dall'allora assessore pd Carmela Rozza. «Ci sono quartieri - ha insistito - in cui le persone che rispettano le regole non escono più neanche per portare il cagnolino a spasso».
Sala intanto ha parlato dei vaccini, rilanciando l'idea del Pd: «La proposta di Letta sui candidati sindaci immunizzati? Mi pare giustissima».
«Non posso che essere d'accordo» ha risposto anche Bernardo. Aleggia il tema della vaccinazione di tutti i candidati. «Al di là del merito - la stoccata di Matteo Forte - se Sala a Milano lo potrà fare è solo grazie al lavoro di Regione Lombardia».
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