Il vino lombardo alla conquista di Vinitaly E Torrevilla dopo un secolo ora sfida il bio

Nello stand anche oca, formaggi di capra, salame di Varzi e dolci Vigoni

Andrea Radic

Per un produttore il luogo ideale dove presentare le proprie novità è senza dubbio il Vinitaly che riunisce il mondo del vino, declinando la parte enologica, quella economica e quella umana. Una grande kermesse che in queste giornate ha visto sfilare a Verona tantissimi politici ormai consapevoli di trovarsi di fronte a un mondo che convolge sempre più persone e incide sempre di più sul Pil nazionale.

E di anno in anno è la Lombardia a guadagnarsi fette di mercato e rispettabilità. Come nel caso di Torrevilla, la cantina che unisce storia e professionalità producendo da oltre un secolo in Oltrepò Pavese, tra Codevilla e Torrazza Coste, raccontando una storia di territorio e passione che si legge nei suoi vini. Oggi cooperativa con duecento soci, produce su seicento ettari oltre 2,5 milioni di bottiglie della quali un terzo di Pinot Nero, vitigno di carattere che sa essere più netto o più morbido, ma sempre capace di consegnare un naso dai bei sentori e una beva mai banale.

Gabriele Picchi, direttore di Torrevilla, ha scelto di abbinare la tradizione dei vitigni di Oltrepò a quella della vera cucina milanese, presentando lo stand di Vinitaly da Masuelli, vera trattoria che dal 1921 propone con mano ferma e cortesia d'antan i grandi classici meneghini, a partire dal risotto giallo.

«Il nostro è un territorio vocato dove abbiamo voluto introdurre, con il nostro lavoro, continuità e progettualità, organizzazione e passione - racconta Picchi che è entrato in Torrevilla 15 anni fa come enologo e oggi la dirige - valorizzazione del territorio e ricerca continua della qualità. Siamo attenti e precisi, quasi maniacali in vendemmia e in cantina, il nostro modello sono le cantine cooperative dell'Alto Adige, dove la qualità è alta». Perché «Torrevilla è come un bambino che è nato e sta crescendo con ottimi risultati - gli fa eco Leonardo Valenti, enologo di entrambi i vini presentati e professore alla Statale di Milano - noi lo aiutiamo a crescere forte ed elegante grazie anche alla variabilità di vitigni, quelli giusti messi però nel posto giusto come abbiamo verificato studiando a lungo il terroir vigna per vigna e confrontando dati, report e misurazioni varie».

Un lavoro che a Torrevilla hanno deciso di portare a termine prima di comunicarne gli esiti, ma che oggi rappresenta una preziosa mappa di 600 ettari conosciuti palmo a palmo. Serietà padana e capacità enologica, perché i risultati sono di livello, a partire dalla bollicina «La Riserva 110 nature» pinot nero in Metodo classico, vendemmia 2013. Affinato almeno 36 mesi sui lieviti, si presenta preciso e armonioso, qui il «famoso» bambino è decisamente cresciuto con le carte in regola per frequentare la buona società.

Il Riesling la Genisia, presenta un naso intenso con bei sentori di frutta bianca ed erbe aromatiche, al palato è di equilibrata acidità e carattere. Annata 2016, cinquanta per cento italico e cinquanta renano. «Viene lavorato a freddo - spiega Valenti - per dare modernità e sensazioni che piacciono, vogliamo farlo crescere». Poi il Pinot Nero dell'Oltrepò trova la sua espressione nella «Riserva 110 noir», un 2015 con limpidi e morbidi sentori di frutti di sottobosco, ribes, fiori scuri, una leggera spezia elegante, chiodo di garofano. Lo si beve con grande piacere e in bocca è sapido, giovane e dinamico.

La nuova idea di Torrevilla, è stat portare al Vinitaly tutto il territorio, grazie agli abbinamenti in degustazione tra i vini e selezionati prodotti della zona da assaggiare nello stand durante la kermesse veronese. Protagoniste dell'iniziativa le aziende La Corte dell'Oca che rappresenta la Lomellina, con le tipiche lavorazioni a base d'oca; la pasticceria Vigoni, dal pavese, con la storica torta Paradiso; l'azienda agricola I Gratèr di Marco Gozzi che lavora formaggi di capra e il salumificio Magrotti col salame di Varzi, tutte le parti del maiale e pochissimo sale.

«Oggi siamo pronti a sostenere e confermare nel tempo i risultati raggiunti affrontando anche la nuova sfida dei vini bio - chiosa Gabriele Picchi di fronte ad un

calice di Barbera da uve bio, altra notevole etichetta di Torrevilla - e a rendere costanti i risultati. Un Vinitaly che è anche vetrina delle eccellenze Pavesi e dell'Oltrepo. Essere cooperativa significa anche questo».

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