Miles Davis e la scuola del jazz-rock

«Inventato» dal celebre trombettista, il genere è oggi tra i più seguiti

È successo un ’68. Tutta colpa di Miles Davis, che giusto quarant’anni fa decise di dare vita al jazz elettrico. Una rivoluzione, epocale come quella di Bob Dylan, che elettrificando il folk plasmò il rock. Miles, con gli album In a silent way e Bitches brew, sconvolse i canoni del jazz introducendo gli strumenti elettrici e contaminando il genere con blues, soul e funk. Tra i suoi eretici compagni di avventura, c’era anche il genio di Joe Zawinul, che di lì a poco avrebbe dato vita al progetto Weather Report.
E proprio il titolo di un loro glorioso album, I sing the body electric, è stato scelto per un festival musicale dedicato al jazz-rock. Saranno la Casa del Jazz (viale di Porta Ardeatina 55) e la Stazione Birra (via Placanica 172, a Morena) a ospitare la manifestazione, in programma da stasera al 31 gennaio. Concerti, incontri, seminari, ascolti e visioni curati da Gianfranco Salvatore e Luciano Linzi, per ripercorrere la storia di un genere, ma anche per celebrare un'epoca ricca di fermenti culturali innovativi.
«La contaminazione tra generi - è l’opinione di Salvatore - si trova oggi nei prodotti d'élite e nei singoli da classifica. Tutto questo non sarebbe mai successo, senza la svolta di Miles Davis». Una svolta che ha avuto il merito di avvicinare un nuovo pubblico al jazz. Miles, infatti, riuscì a portare la sua musica sul palco dell’Isola di Wight, celebre festival del 1970, ricco di stelle del rock al pari di Woodstock. Una folla di mezzo milione di persone, pronta a entusiasmarsi per le note distorte della chitarra di Jimi Hendrix, fu rapita dall’energia di Davis e dei suoi preziosi musicisti, tra cui spiccavano i giovani Keith Jarrett e Chick Corea. Una vera e propria rivelazione. Come conferma Guido Bellachioma, direttore artistico di Stazione Birra, locale che programma prevalentemente progressive e jazz-rock, «più della metà del nostro pubblico è fatta di giovani, curiosi di scoprire generi particolari. La dimostrazione che il fascino di queste forme d'arte è ancora intatto».
«I sing the body electric» proporrà, tra gli altri, i concerti di David Torn (il 22 gennaio), Christian Scott (23), Richard Sinclair (30) e Maurizio Giammarco (31).
A Stazione Birra si esibiranno i gloriosi Napoli Centrale di James Senese (25) e Fernando Saunders (27).

In programma anche i tributi a Joe Zawinul di Pippo Matino (il 13 alla Casa del Jazz) e di Rocco Zifarelli con Linley Marthe (il 18 a Stazione Birra).
Tra gli incontri da non perdere, quelli con i Perigeo, riuniti per l’occasione (il 19) e con Patrizio Fariselli e Ares Tavolazzi, che racconteranno l’avventura degli Area (il 20). Info: 06/704731 06/79845959.

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