
Il 24 febbraio 2022 le forze russe invadevano il territorio ucraino nel tentativo di un blitzkrieg che speravano inarrestabile e senza reazione occidentale. Dal giorno precedente erano iniziate le chiamate forsennate tra le cancellerie occidentali. I segnali c'erano già tutti fin dalla precedente conferenza di Monaco ma in molti anche nelle cancellerie più informate, come quelle francesi e tedesche, pensavano che quella russa fosse solo una strategia per alzare l'asticella della trattativa. Poi scoppiò un conflitto sanguinoso che per il momento non è ancora arrivato ad un epilogo.
Per capire bene come si sia dipanata l'aggressione russa e che pericolo rappresenti per l'Europa, un pericolo da cui difficilmente si potrebbe sfuggire con una pace ottenuta cedendo a Mosca, niente di meglio delle due nuove puntate inedite della serie di documentari della BBC: Putin contro l'Occidente: l'invasione in Ucraina. Prodotte, come le precedenti dalla regista Norma Percy andranno in onda in esclusiva su History Channel venerdì 21 e venerdì 28 febbraio.
La serie porta gli spettatori dietro le quinte dei fatti, per mostrare come e perché sono state prese le decisioni cruciali a Mosca da un aparte e le risposte del presidente ucraino Zelensky e dei leader occidentali dall'altra, cercando di evitare la Terza guerra mondiale. La cosa che rende la serie davvero interessante sono gli interventi diretti di Volodymyr Zelensky, Boris Johnson (sempre di una chiarezza spiazzante nel raccontare le scelte britanniche), Rishi Sunak, il direttore della Cia Bill Burns, Charles Michel, Jens Stoltenberg e il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres e, dalla parte russa, di Andrey Kelin, Valentin Rybakov e Vasily Nebenzya.
Se c'è una cosa che Putin contro l'occidente evidenzia è che l'invasione del 24 febbraio 2022 ha messo in luce le tutte le crepe nell'ordine globale. Lo stesso Boris Johnson ammette: «In ogni fase di questo conflitto noi sostenitori dell'Ucraina finiamo per fare la cosa giusta, ma la facciamo sempre piuttosto tardi». Vale soprattutto per l'Europa.
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