da Roma
Ipse spera ancora di vendere le sue frequenze Umts pagate 2,5 miliardi di euro e mai utilizzate a Tim, Vodafone e Wind.
La società che ha come soci di maggioranza gli spagnoli di Telefonica ed è partecipata da Acea, Capitalia e Fiat si era aggiudicata nel 2000 una delle cinque licenze Umts messe allasta dallo stato italiano. Non ha però mai costruito la rete e quindi secondo il regolamento del bando di concorso le frequenze acquisite (15Mhz), essendo una risorsa scarsa, devono essere restituite. I tempi per la realizzazione della rete sono ampiamente scaduti e a maggio il ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi aveva deciso di procedere al ritiro della licenza. Ora però la procedura è stata congelata perché il presidente della società, Vittorio Ripa di Meana, ha trasmesso al ministero le lettere con cui i tre gestori della telefonia mobile hanno manifestato il loro «interesse» allacquisto delle frequenze. Potrebbero rilevare ciascuno 5 mhz. Ora inizierà una trattativa per definire prezzi e modalità. Anche il ministero sarà coinvolto, e una riunione è già prevista per il 20 di settembre. Tutti gli operatori nella loro «manifestazione di interesse» chiedono però garanzie su eventuali ripercussioni Antitrust.
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