Va dritto al cuore delle questioni, Rita Dalla Chiesa, senza paura di mostrare coinvolgimento ed emozioni. Per questo, e per il modo di fare diretto e sincero, il suo pubblico la ama. Dire «il suo pubblico» o dire «il pubblico di Forum» è un po la stessa cosa. Perché lei è in tv dall83 e ha iniziato a condurre Forum nell88. Dopo quasi dieci anni lha lasciato, per poi tornarvi definitivamente nel 2003. Il suo tribunale è perfino raddoppiato, con unedizione al mattino su Canale 5 e una nel pomeriggio su Rete 4. Anche questanno, in cui Forum compie 25 anni diventando il programma più longevo di Mediaset, sarà lei a condurlo (da domani, su Canale 5 alle 11, su Rete 4 alle 14).
Forum non è invecchiato?
«È stato tenuto al passo. Non si parla più di liti di condominio ma di temi attuali: l'affido dei figli, i matrimoni misti, la malasanità. Niente ci spaventa e non ci sono tabù. E funziona: Forum è la prima trasmissione del day time. Me lo lasci dire: non ce n'è per nessuno. Al mattino siamo al 30 o 32% di ascolti: in assoluto, in share, ci battono solo programmi di prima serata come Grande Fratello o C'è posta per te».
Non ha mai pensato «non ne posso più, ora mollo»?
«Macché, anzi. Quando l'ho lasciato, Forum mi mancava. Certo, se fossimo rimasti alle liti condominiali mi sarei annoiata. Ma non è così».
Ci dica il motivo per cui è bello lavorare a «Forum».
«Sentirsi immersi nella vita vera, tra gente vera. E mi diverto: sa quante volte per la ridarella devo uscire dallo studio? Poi nessuno mi frega più alle riunioni di condominio: mi faccio ascoltare e se non funziona minaccio di chiamare un giudice».
Non sarà che alla gente Forum piace tanto perché consente di farsi i fatti altrui?
«Un po' sì, ma conta soprattutto la voglia di sapere come vanno a finire controversie simili a quelle capitate al vicino di casa o in famiglia».
Se diciamo «Forum», pensa a...
«Santi Licheri, primo giudice e colonna del programma. E poi al simbolo della bilancia».
Quando si arrabbia Rita Dalla Chiesa?
«Mi viene il sangue agli occhi quando vedo mariti separati sfruttati dalle ex o padri che non riescono a vedere i figli. Vengo spesso sgridata perché do troppo ragione agli uomini».
Cè differenza tra il «Forum» di Rete 4 e di Canale 5?
«Sul 5 i casi sono più urlati e gli argomenti più forti. Sul 4 i toni sono più miti e rispettosi».
Com'è nata la rubrica Batticuore?
«Mi impicciavo sempre degli affari di cuore delle persone in studio, così il pubblico ha iniziato a chiedermi consigli».
Lei ha debuttato in tv 26 anni fa. Un bilancio?
«Più di carriera o ascolti, per me ciò che conta è l'affetto del pubblico. All'inizio ne avevo bisogno, era un periodo difficile (nell82 il padre, il generale Dalla Chiesa, fu assassinato dalla mafia, ndr), poi non è più mancato. Il pubblico ha capito che non bluffo: se un giorno ho la luna storta si vede, sono vera».
Rimpianti?
«Forse lunico è di aver tolto tempo a mia figlia e alla mia nipotina per il lavoro».
Quali programmi vorrebbe aggiungere al suo curriculum?
«La conduzione di C'è posta per te. O trasmissioni musicali, come X-Factor o Amici, ma da giurata».
Quanto sono legate la storia di suo padre e le sue scelte lavorative?
«Ho grande rispetto del mio cognome, non potrei fare scelte di cui poi vergognarmi. Anche per questo Forum è il programma giusto per me».
Il 3 settembre è stato l'anniversario della morte di suo padre. Oggi cosa ne pensa?
«Ancora mi chiedo chi e perché. Il sacrificio suo e di altri, però, è servito, almeno per la gente per bene. Le cose da allora sono cambiate e guai non fosse così. Mi sentirei male. O peggio di come mi sento».
Lei è stata sposata con Fabrizio Frizzi. Si dice che amore e lavoro non vadano mischiati.
«Invece capivamo le esigenze luno dell'altra. Fare lo stesso tipo di lavoro facilita le cose».
Pensa sempre che la politica non faccia per lei?
«Posso fare di più dalla tv, passo messaggi più concreti».
Lei è anche unanimalista convinta e impegnata.
«È vero. Sul sito di Forum abbiamo creato anche una sezione Bau-Miao, dedicata a cani e gatti scomparsi. Alla fine, sto sempre dalla parte di chi è debole e vittima di ingiustizie».
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